gone girl

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  1. pïnkman
     
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    «Quando penso a mia moglie penso sempre alla sua test. Alla forma che ha, per cominciare. La pirma volta che l'ho vista, è stata la sua nuca che ho notato, e nelle sue curve c'era qualcosa d'incantevole. Come un chicco di mais, duro e lucente, o un fossile nel greto di un fiume. la sua è quella che i vittoriani definirebbero una testa dalle proporzioni squisite, che lascia intuire la forma del cranio.
    La riconoscerei ovunque, quella testa».

    (Nick Dunne.)


    «Con la curiosità di un bambino, m'immagino di aprirle il cranio, srotolarle in il cervello e frugarci dentro, per catturare i suoi pensieri. A cosa pensi, Amy? La domanda che ho fatto più spesso durante il nostro matrimonio, magari non ad alta voce, magari non alla persona che avrebbe potuto rispondermi. Suppongo che domande simili incombano come nuvole nere sui ogni matrimonio. A cosa pensi? Come ti senti? Chi sei veramente? Che cosa ci siamo fatti? Cosa faremo?».

    (Nick Dunne.)


    «C'è un che di inquietante nell'evocare un caro ricordo e nel provare solo freddezza».

    (Nick Dunne.)


    «Un clown poco lontano gonfiava un palloncino a forma di animale, un uomo comprava una rosa, un bambino leccava un cono gelato, e intanto un'autentica tradizione nasceva, nostra soltanto e destinata a durare per sempre: Amy che strafaceva e io che non ero mai, mai all'altezza dei suoi sforzi. Buon anniversario, stronzo».

    (Nick Dunne.)


    «Legno» ho detto. «Peccato che non esistano regali romantici fatti di legno».
    «Ce l'ho!» ha esclamato Go. «Vai a casa, scopatela a sangue, schiaffeggiala con l'uccello e grida: "Ecco un bel pezzo di legno per te, stronza!"».

    (Nick Dunne.)


    «C'è una differenza tra amare davvero una persona e amare l'idea di quella persona».

    (Margot Dunne.)


    «Marciate allo stesso ritmo. Vi corrispondete. A un tratto pensi solo a leggere a letto e colazione della domenica e ridere di niente e la sua bocca sulla mia. Ed è tutto talmente oltre il non male che capisci subito che il non male è finito per sempre. E pensi: Ecco qui il resto della mia vita. Finalmente».

    (Amy Elliott Dunne.)


    «Mamma, Papà e Figlia sono laureati in Psicologia: pensano più cose tra le otto e le nove del mattino di quante la maggior parte della gente ne pensi in un mese».

    (Nick Dunne.)


    «In quest'epoca è molto difficile essere una persona, una persona reale e autentica anzichè un fascio di tratti caratteriali selezionati da un generatore infinito di personaggi. E se tutti stiamo interpretando un ruolo, allora l'anima gemella non può esistere perchè le nostre anime non sono vere. Niente sembrava più avere importanza, perchè io non ero una persona vera e gli altri neppure. Ecco, ero arrivato a questo punto. E per sentirmi vero di nuovo avrei fatto qualunque cosa».

    (Nick Dunne.)


    «Ho formulato un pensiero infame, di quelli che renderebbero fiero mio padre. Le donne sono fottutamente pazze. Nessuna attenuante: non alcune donne, non molte donne. Le donne sono pazze».

    (Nick Dunne.)


    «L'amore ti fa venir voglia di essere un uomo migliore, certo. Ma forse l'amore, quello vero, ti dà anche il permesso di essere semplicemente l'uomo che sei».

    (Nick Dunne.)


    «E' degradante trasformarsi in ciò che un tempo deridevi».

    (Amy Elliott Dunne.)


    «Da morta sono decisamente più felice.
    Tecnicamente dovrei dire scomparsa. O presunta morta. Ma diciamo morta per fare prima. E' solo da qualche ora, però sento già gli effetti: muscoli distesi, passo elastico. Stamattina a un certo punto mi sono sentita la faccia strana. Ho guardato nello specchietto - l'orrida Carthage già lontana settanta chilometri e il mio rispettabile marito ad oziare nel suo bar appiccicaticcio, ignaro del nido di vespe che pendeva attaccato a un capello sopra la sua testa di cazzo - e mi sono accorta che sorridevo. Eh, questa sì che è una novità!».

    (Amy Elliott Dunne.)


    «Nick mi amava. Anzi, mi amavaaaa. Ma non amava proprio me-me: amava una che non esisteva. Io, come al solito, ho fatto finta di possedere un certo carattere. Non posso farci niente, è sempre stato così: alcune donne passano regolarmente da una moda all'altra in fatto di abiti, io invece cambio carattere».

    (Amy Elliott Dunne.)


    «La sera della festa a Brooklyn inpersonavo la tipa al passo coi tempo, l'ideale per un uomo come Nick: facevo la Strafiga. Che per gli uomini è il massimo del complimento, no? E' una strafiga. Strafiga vuol dire che sei gnocca, vivace, divertente; una che adora il football, il poker, le barzellette sporche e i rutti, gioca ai videogiochi, beve birra da due soldi, non disdegna orge e sesso anale, anzi, e trangugia hamburger e hot dog neanche fosse la madrina della più affollata gang bang gastronomica del mondo...riuscendo comunque a rimanere una taglia 38, perchè le Strafighe sono soprattutto gnocche. Gnocche e comprensive. Le Strafighe non si arrabbiano mai; si limitano a sorridere, rammaricate e amorevoli, e lasciano fare al loro uomo quello che vuole. Vai, cagami pure in testa, nessun problema, sono una Strafiga».

    (Amy Elliott Dunne.)


    «Non che l'amore sia un concorso a premi, ma non vedo perchè stare insieme se non si è la coppia più bella del mondo».

    (Amy Elliott Dunne.)


    «Sì, insomma: tu non volevi che lei restasse incinta, ti sei incazzato e l'hai ammazzata insieme al bambino non ancora nato».
    «E adesso?» ho detto.
    «E adesso tu impari la lezione che Punch non impara mai, perchè ti arrestano e ti accusano di omicidio».
    «Nel Missouri c'è la pena di morte» ho aggiunto. «Bingo!»

    (Nick Dunne.)


    «I figli unici si portano addosso una responsabilità iniqua: cresci sapendo che non puoi permetterti di deludere nessuno, e tantomeno di morire, perchè non c'è alcun possibile sostituto in giro per casa, ci sei tu, punto. Il che ti rende smanioso di perfezione ed ebbro di potere allo stesso tempo. Ed è così che vengono su i tiranni».

    (Amy Elliott Dunne.)


    «Mia moglie era una pazza. Avevo sposato una pazza».

    (Nick Dunne.)


    «Ho pensato: Questa è Amy, che dal finto stupro è passata al finto omicidio. Cazzo! Sul serio, amico, ci scommetto: qualunque cosa abbia architettato è a prova di bomba. Fossi in lei mi cagherei sotto».

    (Tommy O'Hara.)


    Tanner mi ha risvolto un sorriso luminoso. «Le giurie mi amano, Nick. Sono uno di loro».
    «Sei l'esatto contrario, Tanner».
    «Mettila così: gli piace pensare che io sia uno di loro».

    (Nick Dunne.)


    «Ha ragione lui: ci è voluta questa situazione orrenda per farci aprire gli occhi. Io e Nick siamo complementari. Io sono troppo di tutto, lui è troppo poco. Io sono un rovo spinoso, urticante, perchè ho avuto attenzioni eccessive dai miei genitori; lui è un uomo composto da un milione di minuscole pugnalate paterne, dentro le quali le mie spine affondano alla perfezione. Devo tornare a casa».

    (Amy Elliott Dunne.)


    «Quella stronza di mia moglie non mi aveva lasciato con nient'altro in mano che il mio cazzo pentito, che la implorava di tornare a casa. Sulla stampa, online, in televisione. Potevo solo sperare che lei mi vedesse recitare il ruolo di bravo marito: capitolazione completa. Tu hai ragione e io ho torto, sempre. Torna a casa (brutta troia). Torna a casa che ti ammazzo».

    (Amy Elliott Dunne.)


    Così ho fatto la cosa giusta, l'ho stretta a me, ho ululato: «Amy! Oddio! Oddio! Tesoro!», ho sepolto il viso nel suo collo, abbracciandola stretta , ho lasciato che le telecamere ci immortalassero e le ho sussurrato all'orecchio: «Brutta stronza».

    (Nick Dunne.)


    «Mia moglie era un'insaziabile sociopatica già prima. Cosa sarebbe diventata adesso?».

    (Nick Dunne.)


    «Stavo pensando alle mie domande, le stesse che mi ponevo da anni, il sinistro ritornello del nostro matrimonio: A cosa pensi, Amy? Come ti senti? Chi sei veramente? Che cosa ci siamo fatti? Cosa faremo?».

    (Nick Dunne.)


    «Per lungo tempo avevo pensato che fossimo due estranei e invece scoprivo che ci conoscevamo intuitivamente, nella carne e nelle ossa».

    (Nick Dunne.)


    «Voi due siete le persone più fuori di testa che abbia mai conosciuto, e si che sono specializzato in gente fuori di testa».

    (Tanner Bolt.)


    «Fa' il bravo, Nick» gli dico.
    «No, Amy».
    «Guarda che io ti rovino».
    «L'hai già fatto». Vedo lo spasmo di rabbia che lo fa rabbrividire. «Perchè vuoi stare con me? Io sono noioso, banale, uno nella media. Non sono alla tua altezza. Me lo ripeti da anni, o no?».
    «E' perchè hai smesso di provarci» gli dico. «Eri perfetto, con me: eravamo perfetti, all'inizio, e poi tu hai smesso di provarci. Perchè?».
    «Perchè ho smesso di amarti».
    «E perchè?».
    «Perchè tu hai smesso di amare me, Amy. Quando ci siamo innamorati non eravamo noi, e quando siamo tornati noi stessi - sorpresa!- eravamo veleno l'uno per l'altra. Io e te siamo complementari nel modo più cinico e spaventoso. Tu non mi ami davvero, non mi trovi nemmeno simpatico. Chiedi il divorzio, Amy. Separiamoci e cerchiamo di essere felici».
    «Scordatelo Nick. Io non ti lascio, e ti giuro che se tu provi a farlo lo scopo della mia vita sarà rovinare la tua, per sempre. Sai che ne sono capace».

    (Amy Elliott Dunne.)


    «Tu sei una falsa, egocentrica, meschina e disciplinatissima stronza psicolabile che...».
    «E tu sei un uomo» ribatto. «Un patetico maschio medio, noioso, pigro e vigliacco, che ha paura delle donne. E se non mi avessi incontrato saresti rimasto così per sempre, fino alla morte. Ma io ti ho trasformato. Con me sei stato l'uomo migliore che potrai mai essere. E lo sai. L'unica volta nella vita in cui ti sei piaciuto è stato quando fingevi di essere uno che avrebbe potuto piacermi. Senza di me...sei solo tuo padre».

    (Amy Elliott Dunne.)


    «Io sono la stronza che fa di te un uomo migliore, Nick».
    A quel punto lui tace: sta usando tutta la sua concentrazione di cui è capace per non alzare le mani. Ha gli occhi umidi di lacrime, trema.
    «Sono la stronza che fa di te un uomo».
    Allora mi mette le mani alla gola

    (Amy Elliott Dunne.)


    «Amy era tossica, puro veleno, eppure un mondo senza di lei era inimmaginabile. Chi sarei stato nel caso in cui se ne fosse andata?».

    (Nick Dunne.)


    «Non si dice che a forza di ripeterle diventano vere anche le bugie?».

    (Amy Elliott Dunne.)


    «Lei sarà sempre la mia avversaria. Siamo un unico, lungo, terrificante crescendo».

    (Nick Dunne.)


    Dobbiamo solo continuare così, anche se Nick non è ancora perfetto al cento per cento. Stamattina mi accarezzava i capelli e intanto mi ha chiesto se avevo bisogno di qualche altra cosa, e io ho detto: «Santo cielo, Nick, perchè sei così dolce con me?».
    Lui avrebbe dovuto rispondere: Perchè te lo meriti. Perchè io ti amo.
    Invece ha detto: «Perchè mi dispiace per te».
    «In che senso?».
    «Nel senso che ogni mattina ti tocca svegliarti ed essere te».

    (Amy Elliott Dunne.)


    libro di: Gillian Flynn





    asko

     
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  2. :swansong
     
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    ODDIOOOO
    Vale lo consigli? :love:
     
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  3. pïnkman
     
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    CITAZIONE (:swansong @ 15/7/2015, 12:13) 
    ODDIOOOO
    Vale lo consigli? :love:

    Assolutamente! Il film è abbastanza fedele al libro, quindi per me non ci sono state delle grandi sorprese però è ovviamente molto più dettagliato riguardo i caratteri dei protagonisti. Ci si fa un'idea molto più precisa di cosa spinge Amy a fare quello che ha fatto e sul perchè Nick si è comportato così. Consigliatissimo! :smile:
     
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  4. :swansong
     
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    AAAAAw grazie, lo leggerò assolutamente :3
     
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3 replies since 14/7/2015, 15:53   290 views
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