kitchen

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  1. pïnkman
     
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    «Non c'è posto al mondo che io ami più della cucina. Non importa dove si trova, com'è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene. Se possibile le preferisco funzionali e vissute. Magari con tantissimi strofinacci asciutti e puliti e le piastrelle bianche che scintillano».

    (Mikage.)


    «Volevo solo dormire alla luce delle stelle. Volevo svegliarmi nella luce dle mattino. A parte questo, tutto il resto era completamente indifferente».

    (Mikage.)


    «Era un fascino che la confinava in una solitudine assoluta».

    (Mikage.)


    «Un giorno o l'altro tutti si perderanno nelle tenebre del tempo e scompariranno».

    (Mikage.)


    «In questo mondo non c'è posto per le cose tristi. Nessun posto».

    (Mikage.)


    «Il mondo in cui ero vissuta sino a poco tempo prima per qualche ragione mi aveva lasciato alle spalle con uno scatto irresistibile. Ero rimasta indietro stordita; non avevo saputo fare altro che reagire debolmente. Perchè a fare quello scatto in avanti non ero stata io. Anzi. Per me tutto era stato terribilmente doloroso».

    (Mikage.)


    «Diventerò grande, accadranno tante cose e toccherò il fondo molte volte. Soffrirò molte volte e molte volte mi rimetterò in piedi. Non mi lascerò sconfiggere. Non mi lascerò andare».

    (Mikage.)


    «E' come se nelle persone che ci sono vicine» furono queste le prime parole che mi vennero alle labbra, «ci fosse sempre la morte. I miei genitori, il nonno, la nonna...la tua vera madre, e perfine Eriko! E' incredibile. Per quanto sia grande l'universo deve essere difficile trovare due come noi. E andiamo anche d'accordo: è un caso incredibile...Sempre morte, morte...».


    «I grandi personaggi nel loro semplice esistere emettono luce e rischiarano lo spirito di chi sta loro accanto. Così, quando si spengono, inevitabilmente scende un'ombra pesante».

    (Mikage.)


    «Anche chi ama prima o poi dovrà morire. Però intanto è vivo».

    (Mikage.)


    «La strada è sempre decisa, non però in senso fatalistico. Sono il nostro continuo respirare, gli sguardi, i giorni che si susseguono a deciderla naturalmente».

    (Mikage.)


    «La separazione e la morte sono atroci. Però un amore che non sembri l'ultimo della vita, per una donna non è che un inutile passatempo».

    (Mikage.)


    «Volevo dormire alla luce delle stelle. Volevo svegliarmi nella luce del mattino. A parte questo, tutto il resto mi era completamente indifferente».

    (Mikage.)


    «Quanti anni avevo quando ho capito che su quel sentiero buio e solitario l'unica luce possibile era quella che io stessa avrei emanato? Anche se sono stata cresciuta con amore, mi sono sempre sentita sola».

    (Mikage.)


    «Sembrava una cosa straordinaria e allo stesso tempo una cosa da niente. Un prodigio, ma anche la cosa più naturale del mondo. Conservo in me una sensazione indefinibile, che le parole potrebbero dissolvere. C'è ancora tanta strada. Forse nel susseguirsi delle notti e dei risvegli che verranno, uno dopo l'altro, anche questo momento diventerà un sogno».

    (Mikage.)


    «Non avevo nessuno al mondo del mio sangue, potevo andare in qualunque posto, fare qualunque cosa. Provai una sorta di vertigine».

    (Mikage.)


    «Il suo comportamento energico mi piaceva molto, lo ammiravo, disprezzavo me stessa perché non ero capace di imitarlo. A quei tempi».

    (Mikage.)


    «Finii di leggere e ripiegai con cura la lettera. Avvertii con una fitta al cuore una lieve traccia di profumo di Eriko. Anche questo profumo, pensai, col tempo finirà per svanire, e aprire questa lettera non servirà più a ritrovarlo. È la cosa più crudele».

    (Mikage.)


    «Quando mi innamoravo, io partivo sempre con un grande slancio, a sentii che avrei potuto innamorarmi a poco a poco, in conversazioni come quella, come quando le stelle appaiono da qualche spiraglio di un cielo coperto di nuvole».

    (Mikage.)


    «L'incredibile naturalezza e semplicità di quella conversazione tra madre e figlio mi diede una specie di capogiro. Sembrava una scena di Vita da strega. L'allegria più naturale nelle circostanze più anormali».

    (Mikage.)


    «Era un pomeriggio sereno, senza vento, senza nuvole, e i dolci raggi forati del sole penetravano nella stanza vuota che era stata la mia patria».

    (Mikage.)


    «"Mai più." Il sentimentalismo che queste due parole portano con sé e la sensazione che limitino le cose che verranno, me le rende antipatiche. Tuttavia mi si erano affacciate alla mente con un'autorità e una cupezza la cui forza non sarebbe stato facile dimenticare».

    (Mikage.)


    «Aveva parlato guardandomi dritto negli occhi, lentamente, con calma, con la buona fede di chi vuol convincere un assassino ad arrendersi».

    (Mikage.)


    «Non riuscivo a distinguere bene quelle cose che di solito l'occhio registra senza difficoltà: i pali della corrente, le luci, le automobili in sosta, il cielo nero. C'era una strana bellezza nelle loro distorsioni surreali. Sembravano assalire gli occhi da ogni parte. Non potevo trattenere l'energia che abbandonava il mio corpo a una velocità incredibile. Si perdeva nell'oscurità con un sibilo».

    (Mikage.)


    «Voglio assolutamente continuare a sentire che un giorno morirò. Altrimenti non mi accorgo che vivo».

    (Mikage.)


    «Io e Yuichi a volte siamo salito sino in cima ad una scala sottile, nelle tenebre più nere, e da lì abbiamo spiato il calderone dell'inferno. Guardavamo quel mare di fuoco incandescente ribollire, con il fumo che ci colpiva il viso quasi fino a farci perdere i sensi. Per ognuno dei due l'altro era sicuramente la persona più vicina al mondo, l'amico insostituibile. Tuttavia, non ci tenevamo per mano. La nostra natura ci spinge a reggerci in piedi da soli, per quanto disperati possiamo essere. Però quando vedo il suo profilo inquieto illuminato dal fuoco abbagliante, penso: Ma sì, forse proprio questa è l'unica cosa vera».

    (Mikage.)


    «I ricordi veramente belli continuano a vivere e a splendere per sempre, pulsando dolorosamente insieme al tempo che passa».

    (Mikage.)


    «Con tutta me stessa avrei voluto fermarmi: smettere di camminare, smettere di vivere. Il pensiero che ci sarebbe stato un domani, e poi un dopodomani, e poi una settimana, non mi era mai sembrato tanto insopportabile. Continuare a vivere nei giorni a venire con quella sensazione di sconforto totale mi ripugnava. Mi era ingrata anche la mia stessa figura che percorreva le strade come quelle di qualsiasi altro passante notturno senza rivelare lo scompiglio che aveva dentro».

    (Mikage.)


    «Non si può scegliere tra queste forme di vita. Ognuno vive solo come sa. Felicità è anche non accorgersi che in realtà si è soli».

    (Mikage.)


    «Penso che non potrò mai dimenticare la bellezza del suo pianto. Ti faceva sentire che l'anima racchiude qualcosa di prezioso».

    (Mikage.)


    «A piegarci non sono le circostanze o una forza esterna, la sconfitta ci colpisce dall'interno».

    (Mikage.)


    «Nel flusso indefinito del tempo e degli stati d'animo, gran parte della storia è incisa nei sensi. E cose di nessuna importanza, insostituibili, ritornano così all'improvviso, in un caffè d'inverno».

    (Mikage.)


    «Lo so con certezza. Era il cristallo scintillante dei tempi felici, riaffiorando all'improvviso dal sonno profondo della memoria, che ci aiutava ad andare avanti. Il profumo di quei giorni tornava a spirare nella mia anima come un fresco soffio di vento».

    (Mikage.)






    Moonlight Shadow
    «Nel luogo dov'è morto qualcuno che si amava il tempo si ferma per l'eternità».

    (Satsuki.)


    «Vorrei essere felice. Più della fatica di continuare a scavare nel fondo del fiume, mi attira il pugno di sabbia dorata che ho trovato. Vorrei che tutte le persone che amo fossero più felici di quanto non siano».

    (Satsuki.)


    «Hitoshi.
    Non posso più restare qui. Momento per momento vado avanti. E' il flusso del tempo che non si può fermare, non posso farci niente. Io vado. Una carovana si ferma e un'altra riparte. Ci sono persone che potrò incontrare ancora, altre che non rivedrò più. Persone che passano senza che io me ne accorga, persone che incrocio appena. Man mano che li saluto, ho la sensazione di diventare più pura. Devo vivere guardando il fiume che scorre. Prego con tutto il cuore che solo l'immagine della ragazza che ero resti per sempre al tuo fianco. Grazie di avermi salutato agitando la mano. Grazie di avermi salutato agitando la mano molte, molte volte».

    (Satsuki.)

    libro di Banana Yoshimoto.



    asko

     
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0 replies since 18/6/2015, 11:13   104 views
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