l'amore ai tempi del colera

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  1. ƒorelsket
     
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    DxaMPqo
    «La ragazzina alzò gli occhi per vedere chi stava passando davanti alla finestra, e quello sguardo casuale fu l'origine di un cataclisma d'amore che mezzo secolo dopo non era ancora terminato».


    Il cuore le si frantumò quando vide il suo uomo supino nel fango, già morto in vita, ma che resisteva ancora un ultimo minuto al colpo di coda della morte affinché lei avesse il tempo di arrivare. Riuscì a riconoscerla nel tumulto attraverso le lacrime del dolore irripetibile di morirsene senza di lei e la guardò l'ultima volta per sempre con gli occhi più luminosi, più tristi e più riconoscenti che lei gli avesse mai visto in mezzo secolo di vita in comune, e riuscì a dirle con l'ultimo respiro: «Solo Dio sa quanto ti ho amata».


    «Florentino Ariza, invece, non aveva smesso di pensare a lei per un solo istante una volta che Fermina Daza l'aveva respinto senza appello dopo certi amori lunghi e contrastati, ed erano trascorsi da allora cinquantun anni, nove mesi e quattro giorni. Non aveva dovuto tenere il conto dell'oblio facendo un segno scuro sui muri di una cella, perchè non era passato un giorno senza che accadesse qualcosa che gliela facesse ricordare».


    «I sintomi dell'amore sono gli stessi del colera».


    «Né lui né lei avevano vita per nulla di diverso che pensare all'altro».

    «Perché mai avrebbe ammesso la realtà che Florentino Ariza, nel bene o nel male, era l'unica cosa che le fosse accaduta nella vita».


    «Avrò tutto il tempo che vorrò per riposare quando sarò morto, ma questa eventualità non rientra ancora nei miei progetti».

    (Florentino Ariza.)


    «Non era immaginabile la quantità di cose che lasciavano gli uomini dopo l'amore. Lasciavano vomiti e lacrime, il che le sembrava comprensibile, ma lasciavano pure molti enigmi dell'intimità: pozze di sangue, impiastri di escrementi, occhi di vetro, orologi d'oro, dentiere, reliquiari con riccioli dorati, lettere d'amore, di affari, di condoglianze: lettere di tutto. Qualcuno tornava a cercare le sue cose perdute, ma per la maggior parte rimanevano lì, e Lotario Thugut le metteva sottochiave, pensando che prima o poi quel palazzo caduto in disgrazia, con le migliaia di oggetti personali dimenticati, sarebbe diventato un museo dell'amore».


    «Doveva insegnarle a pensare all'amore come a uno stato di grazia che non era un mezzo per nulla, bensì un'origine e un fine in sé».


    «Ricco no» disse, «sono un povero con soldi, che non è la stessa cosa».


    «Così aveva finito per pensare a lui come non si era mai immaginata che si potesse pensare a qualcuno, presagendolo dove non era, desiderandolo dove non poteva essere, svegliandosi d'improvviso con la sensazione fisica che lui la contemplasse nel buio mentre dormiva».


    «Rispondigli di sì» le disse. «Anche se stai morendo di paura, anche se poi te ne pentirai, perchè comunque te ne pentirai per tutta la vita se gli rispondi di no».


    «Mi spari» disse con la mano sul petto. «Non c'è maggior gloria che morire per amore».


    «Una sera tornò dalla passeggiata quotidiana stordita dalla rivelazione che si poteva essere felici non solo senza amore ma anche contro l'amore».


    «Era ancora troppo giovane per sapere che la memoria del cuore elimina i brutti ricordi e magnifica quelli belli, e che grazie a tale artificio riusciamo a tollerare il passato».


    «Gli sembrava così bella, così seducente, così diversa dalla gente comune, che non capiva perché nessuno rimanesse frastornato come lui al rumore ritmico dei suoi tacchi sul selciato della via, né si sconvolgessero i cuori con l'aria dei sospiri dei suoi falpalà, né impazzissero tutti d'amore al vento della sua treccia, al volo delle sue mani, all'oro del suo ridere».


    «Si lasciò trasportare dalla convinzione che gli esseri umani non nascono sempre il giorno in cui le loro madri li danno alla luce, ma che la vita li costringe ancora molte volte a partorirsi da sé».


    «L'unica cosa per cui mi dispiace morire è che non sia per amore».


    «Solo allora capì che un uomo sa quando comincia a invecchiare perchè comincia ad assomigliare a suo padre».


    «Gli insegnò l'unica cosa che doveva imparare per l'amore: che la vita non te la insegna nessuno».


    «Amore dell'anima dalla vita in su e amore del corpo dalla vita in giù».

    «Il problema del matrimonio è che finisce ogni notte dopo che si è fatto l'amore, e occorre ricostruirlo ogni mattina prima della colazione».


    «Si può essere innamorati di diverse persone al contempo, e di tutte con lo stesso dolore, senza tradirne nessuna. Il cuore ha più stanze di un bordello».


    «Così pensava a lui senza volerlo, e quanto più pensava a lui più le veniva rabbia, e quanto più le veniva rabbia tanto più pensava a lui, finché non fu qualcosa di così insopportabile che le travolse la ragione».


    «Florentino Ariza sentiva che il tempo della vecchiaia non era un torrente orizzontale, ma una cisterna sfondata da dove scivolava via la memoria».


    «Nel corso degli anni entrambi arrivarono, seguendo vie diverse, alla conclusione saggia che non era possibile vivere altrimenti, né amarsi altrimenti: nulla a questo mondo era più difficile dell'amore».


    «La memoria del passato non redimeva il futuro come lui si ostinava a credere».


    «È incredibile come si possa essere tanto felici per così tanti anni, in mezzo a tante baruffe, a tante seccature, cazzo, senza sapere in realtà se è amore o se non lo è».

    (Fermina Daza.)


    «Perchè avevano vissuto insieme quanto bastava per accorgersi che l'amore era l'amore in qualsiasi tempo e in qualsiasi parte, ma tanto più denso quanto più era vicino alla morte».


    «Lo spaventò il sospetto tardivo che è la vita, più che la morte, a non avere limiti».


    «E fin quando crede che possiamo proseguire questo andirivieni del cazzo?» gli domandò.
    Florentino Ariza aveva la risposta pronta da cinquantatrè anni, sette mesi e undici giorni con le loro notti.
    «Tutta la vita» disse.

    (libro di: Gabriel Garcia Marquez.)


    asko

     
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  2. deeproller
     
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    prima o poi dovrò leggere anche questo!
     
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  3. ƒorelsket
     
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    CITAZIONE (deeproller @ 1/7/2014, 13:57) 
    prima o poi dovrò leggere anche questo!

    A me è piaciuto, anche se è per me è una spanna inferiore a Dell'amore e di altri demoni e sicuramente non è al livello di Cent'anni di solitudine. Ma Marquez è sempre Marquez :love: :love:
     
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2 replies since 30/6/2014, 10:43   377 views
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