pantera

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  1. deeproller
     
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    pantera
    «La prima volta che la vidi avevo quindici anni.
    Avevo lasciato la scuola e non ci volevo tornare. Se dovevo perdere tempo, avrei deciso io come. Perciò passavo i giorni e le notti a farmi del male, con la sacra stupidità della giovinezza. Leggevo solo libri di suicidi, frequentavo balordi, bevevo di tutto, dagli amari allo stravecchio, fumavo e mi gloriavo di un catarro da ottantenne».


    «Anche se sembravo andare di fretta, nessuno mi aspettava».


    «Nell'oscurità salivano le spirali di sigari e sigarette, mi sembrarono le anime di chi era caduto laggiù».


    «Qui non si aspettava la Ragione ma la Sorte, non il Perchè ma il Chissà. Si chiedeva alle ore di passare in punta di piedi, nascondendosi dal dolore. Si scommettevano piccole fortune, si gioiva di vittorie e sconfitte che subito venivano dimenticate. Si aspettava qualcosa ma soprattutto si imparava a non aspettare nulla».


    «Era un posto così, di sogni che cadevano a terra come capelli, e uno se li rimetteva in testa, sempre più sformati e impolverati».


    «La tua bocca è una brace nel nero fuoco consumato
    La tua bocca è una rosa in mano a Ofelia annegata
    La tua bocca è una ferita da cui solo tu sei salva
    ».


    «Quanti anni aveva? Venti o trenta, non importa, si è regine a qualsiasi età».


    «Anche Pantera applaudì. Ma quell'applauso era una condanna. Come se dicesse all'uomo: onore a te, che sei sconfitto».


    «Non mi ricordo più ma sono sicuro di avere amato una donna indimenticabile».


    «Forse era la luce fioca della lampada, forse il troppo fumo, forse era una goccia di sudore. Ma io, un ragazzo di quindici anni, credo di aver visto l'unica lacrima mai versata da Pantera. Lasciò la sala e da quel giorno nessuno la vide più».


    «Se vinci avrai duemila sterline, se perdi verrai via con me».


    «Lei diceva, se vinci ti seguirò, la fortuna è nelle tue mani, e io obbedisco alla Fortuna, tutto ciò che ho pensato degli uomini e della felicità può cambiare adesso, in questo istante.
    Non posso dire che abbia sbagliato apposta. O forse lo so ma non te lo dirò. Lei non vorrebbe che si sapesse.
    Ma io ho visto.
    E anche l'Inglese ha visto. Ha visto che avrebbe potuto avere qualcosa che tutti i biliardi, e le carte, e le notti e tutte le ricchezze del mondo non avrebbero mai uguagliato. Una nuova vita, un amore inatteso. Questo lo fece tremare. Per la prima volta una speranza troppo forte lo stordì, lo abbagliò, ho sentito il suo braccio pietrificarsi e il suo respiro farsi affannoso. Sbagliò. Certo, ebbe anche sfortuna, ma sbagliò. E capì di aver perso qualcosa che non sarebbe mai tornato... tutto ciò che era stato prima, ora non contava più nulla... la solitudine, mio giovane amico, era il terzo giocatore quella notte, tra lei e lui».


    «Avrei voluto che lei e l'Inglese foste fuggiti insieme in qualche paese lontano. Sposati e panciuti, con dieci figlie e figli che detestano il biliardo. Ma, come mi hanno insegnato, ci sono partite che si giocano una volta sola, e te ne accorgi soltanto quando si spengono le luci.
    Comunque sia, grazie per aver illuminato la mia giovinezza. Dea Pantera».



    aixi
    «All'alba il sole esce dal mare, cammina sulla spiaggia e poi infila uno sguardo dorato e indiscreto nella capanna di Aixi. Una folata di luce e odore di salsedine la cerca e non la trova. Aixi dorme su una brandina in mezzo alle reti ammucchiate, come una barchetta tra le onde, e bisogna cercarla bene, la pesciolina, e smagliarla dal sonno».


    «Il mare lo guarda da lontano, è tanta la nostalgia che gli farebbe male toccarlo».


    «E' andata così, il mare ha visto tutto e ricorda. Confidati al mare. Racconta a bocca chiusa, come quando vai sotto in apnea».


    «Solo le medicine spengono il male. In ospedale gliene darebbero regolarmente. Ma babbo non vuole andarci. Non vuole morire ascoltando la canzone delle ambulanze ma quella delle onde».


    «Come Aixi nell'acqua. A terra corre a gambe storte. Quando è in acqua è una sirena, può andare dieci metri in profondità e resistere più di un minuto a far star male tutti quelli che sono sulla barca».


    «Voglio vivere in città, scappare da qui. Tu invece, non c'è niente che riesce a farti allontanare dal mare. Sei peggio di un pesce, a terra boccheggi. Ti dovrai fidanzare prima o poi. Con chi, se resti qui?».


    «Sai chi mi piace, Aida? Chi sa sempre quale vento ha in faccia. Chi sa andare sott'acqua almeno venti metri in apnea e settanta metri con le bombole, e mi racconta del buio che c'è laggiù».


    «Le ore a scuola non passano mai. A lato della cattedra c'è una carta enorme con i continenti e gli oceani. Il maestro spiega che milioni di anni fa tutto era un'immensa unica isola, e le montagne che adesso stanno in fondo al mare, una volta erano cime e vette al sole. Lo dice come se fosse stato più bello allora, come se il mare avesse rovinato tutto, ingoiato tutto. Volete un mondo di città e deserti, e il mare è una roba per i turisti, per cavarci il pesce e i tramonti. Ma il mare è il vero padrone, non voi, in bilico su un piede solo su una manciata di terra e pietre. Poi Re Oceano si arrabbia e dichiara guerra, fa onde mille volte più potenti di ogni vostra arma, e affoga i vostri telegiornali».


    «Il mare profondo è l'ultimo posto dove puoi ancora incontrare qualcosa che ti lascia senza fiato».


    «"Aixi" dice il maestro "dove hai la testa? Sott'acqua, come sempre?"
    E ridono. Ridete, ridete. Siete barchette di carta».


    «Aixi gli prepara un brodo di dado e un pezzo di formaggio. I soldi sono finiti, le medicine sono finite, l'ultimo pomodoro dell'orto è stato colto, solo il dolore non conosce stagioni, dice Luna».


    «Adesso ha smesso, dice che non ha nostalgia del mare, ma la sua sedia è sempre rivolta verso l'azzurro, il suo sguardo è lì, i suoi discorsi finiscono sempre lì».


    «Il periodo buono della pesca è finito. Adesso si prende un decimo di quello che si pescava una volta. Colpa delle spadare e di quelli della capitaneria che non controllano, anzi sono complici. Colpa di chi devasta il fondo, di chi scarica la sentina, di chi non capisce che il mare si deve rispettare. Non l'hanno capito al ministero ma neanche qui l'hanno capito. E vaffanculo allora».


    «Aixi entra in mare e nuota nuota finchè non le manca il fiato e va giù, giù, circondata da un girotondo di aragoste e Dentediferro, e si posa sul fondo e un piede si aggancia a una vecchia ancora e non tornerà mai più su, resterà lì come una perla».


    «Il sole si alza e la scalda. Il mare le lambisce i piedi. Loro sono grandi, ma si accorgono anche di una cosa piccola come lei».

    libro di Stefano Benni



    asko



    Edited by deeproller - 23/5/2014, 10:41
     
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  2. :swansong
     
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    ooooh, Steffi! Dovrò recuperare un po' di suoi libri!
     
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  3. deeproller
     
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    UPDATE libro concluso (+ 15)

    Cò che mi ha colto di sorpresa in questo libro, sono stati i due racconti separati. Avendo come titolo e copertina dedicati unicamente al primo, non avevo collegato che l'altra metà fosse un racconto completamente differente.

    Ebbene c'è da parlarne per entrambi. Il primo mi ha affascinato e incuriosito molto. Aveva quel nonsoché di maledetto e sporco, mi ha ricordato Bukowski in certi punti... e questa Pantera... non si può negare che ciò che mi ha portata a comprare subito questo libro, sia stata altro che non la frase citata sul retro:
    CITAZIONE
    «Quanti anni aveva? Venti o trenta, non importa, si è regine a qualsiasi età».

    Quindi, rendiamo grazie al primo racconto, perché la copertina mi ha conquistata nella sua pulizia e nel taglio del disegno, oltre che la frase che mi ha colpita subito.

    Poi però inizia il secondo racconto: Aixi. E ci ho visto tantissimo Erri De Luca in questo. Inutile dire che è stato un balsamo perché parlava del mare e De Luca quando ne parla, è come se lo inventasse di nuovo, dal gran che lo conosce. Ebbene Benni, con il suo stile, non è da meno.

    Felice di aver reso questo libro, il primo della mia lista estiva. Ve lo consiglio!
     
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2 replies since 21/5/2014, 17:41   163 views
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