barack obama

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. :swansong
     
    .

    User deleted


    asweq
    [Sulla segregazione razziale | 11 febbraio 2010] «È facile cantare in tempi felici. Ma è duro farlo di fronte agli insulti, alle paure, alla minaccia della violenza, in mezzo all’odio o al silenzio dell’inazione: gli inni dei diritti civili aiutarono la causa di un popolo».


    [Dal discorso Convegno democratico | luglio 2004] «Non c’è un’America progressista e un’America conservatrice – ci sono gli Stati Uniti d’America. Non c’è un’America nera e un’America bianca, un’America latina e un’America asiatica: ci sono gli Stati uniti d’America. Veneriamo un dio onnipotente negli stati blu [a maggioranza democratica] e non amiamo che gli agenti federali ficchino il naso nelle nostre biblioteche negli stati rossi [a maggioranza repubblicana]. Prepariamo il campionato di basket negli stati blu e abbiamo amici gay negli stati rossi. Alcuni patrioti si sono opposti alla guerra in Iraq e alcuni patrioti l’hanno sostenuta. Siamo un solo popolo, abbiamo tutti prestato giuramento di fedeltà alla bandiera, difendiamo tutto gli Stati uniti d’America».


    «I miei genitori mi hanno dato un nome africano, Barack, che vuol dire “benedetto” pensando che in un’America tollerante il nome che si porta non sia un ostacolo al successo. Hanno immaginato che sarei andato nelle migliori scuole del paese anche se non erano ricchi, perché in un’America generosa non si ha bisogno di essere ricchi per realizzare le proprie potenzialità».


    [Dal discorso della campagna elettorale nel New Hampshire | 10 gennaio 2008]
    «Quando abbiamo superato delle prove apparentemente insuperabili; quando ci hanno detto che non eravamo pronti o che non dovevamo provare o che non potevamo, generazioni di americani hanno risposto con una semplice frase che riassume lo spirito di un popolo.
    Sì, noi possiamo.
    Questa frase era scritta nei documenti fondatori che dichiaravano il destino di un paese.
    Sì, noi possiamo.
    È stata mormorata dagli schiavi e dagli abolizionisti, aprendo uno spiraglio di luce verso la libertà nella notte più buia.
    Sì, noi possiamo.
    Lo hanno cantato i migranti che lasciavano terre lontane e i pionieri che progredivano verso ovest nonostante una natura spietata.
    Sì, noi possiamo.
    È stato l’appello degli operai che si organizzavano in sindacati; delle donne che lottavano per il diritto di voto; di un presidente che ha fatto della Luna la nostra nuova frontiera; e di un re che ci ha portato in cima alla montagna e ci ha mostrato la strada verso la Terra promessa.
    Sì, noi possiamo avere giustizia e uguaglianza. Sì, noi possiamo avere possibilità e prosperità. Sì, noi possiamo guarire questa nazione. Sì, noi possiamo riparare questo mondo.
    Sì, noi possiamo».


    «Il mondo deve impedire all’Iran di acquisire armi nucleari e lavorare per eliminare il programma nucleare nordcoreano. Nel perseguire questo obiettivo, non dobbiamo mai escludere l’opzione militare».
    «Il momento americano non è passato. Respingo quei cinici che dicono che questo nuovo secolo non possa essere un altro in cui, con le parole di Franklin Roosevelt, guideremo il mondo nella battaglia contro il male e nella promozione del bene. Io credo ancora che l’America sia l’ultima e migliore speranza sulla terra».


    «Nessun presidente deve mai esitare a usare la forza, unilateralmente se è necessario, per proteggere noi stessi e i nostri interessi vitali quando siamo attaccati o minacciati di essere attaccati».


    [29 ottobre 2008] «Se farete delle telefonate per me, se andrete su barackobama.com e scoprirete dove votare e se resterete con me, al mio fianco, allora vi prometto che non solo vinceremo le elezioni, ma lo faremo insieme e insieme cambieremo questo paese e cambieremo il mondo. Grazie. E che Dio vi benedica!».


    «Se qualcuno spedisse razzi nella mia casa dove dormono le mie due figlie la notte, farei tutto per fermarlo, e mi aspetto che Israele faccia lo stesso».


    «Il Pontefice [Benedetto XVI] gode del mio massimo rispetto personale, come figura che unisce una grande cultura a una grande sensibilità. L’opera che ha svolto per il dialogo fra le fedi è notevole».
    «Bè, non è proprio il modo in cui pensavo di svegliarmi oggi. Dopo aver avuto la notizia, Malia è entrata e ha detto: papà, hai vinto il Nobel per la Pace ed è il compleanno di Bo [il suo cane]. E poi Sasha ha aggiunto: e sta arrivando un week-end lungo. È bene avere bambini che mantengano le cose entro una prospettiva».


    [Consegnando un premio a Bruce Springsteen | 7 dicembre 2009] «In una occasione come questa mi piace ricordare che io sarò anche il presidente, ma lui è e resta il Boss».


    «Ogni americano, gay, bisessuale e transgender, merita di essere uguale davanti alla legge e godere degli stessi diritti di tutti gli altri cittadini».


    «Le coppie dello stesso sesso devono avere la possibilità di sposarsi».


    «Nel corso degli anni ho potuto parlare e conoscere gente del mio staff con partner dello stesso sesso, che ha cresciuto i figli insieme. Quando penso ai nostri soldati, ai nostri aviatori, ai nostri marinai che hanno dovuto lottare tanto per i loro diritti. Sì, a un certo punto ho concluso che per me personalmente è importante andare avanti e affermare che le coppie dello stesso sesso hanno il diritto di sposarsi».


    [Dal discorso della campagna elettorale in Minnesota del 3 giugno 2008] «Questa sera, dopo cinquantaquattro combattutissime sfide, la nostra stagione delle primarie si è finalmente conclusa. Sono passati sedici mesi da quando ci siamo riuniti per la prima volta, sui gradini del vecchio palazzo del Parlamento statale dell’Illinois, a Springfield. Abbiamo percorso migliaia di miglia. Abbiamo ascoltato milioni di voci. E grazie a quello che voi avete detto, grazie al fatto che voi avete deciso che a Washington deve arrivare il cambiamento, grazie al fatto che voi avete creduto che quest’anno dovrà essere diverso da tutti gli altri anni, grazie al fatto che voi avete scelto di dare ascolto non ai vostri dubbi o alle vostre paure ma alle vostre speranze e aspirazioni più grandi, questa notte noi scriviamo la parola fine di uno storico viaggio con l’inizio di un altro viaggio, un viaggio che porterà un’alba nuova e migliore per l’America. Questa notte, io posso venire da voi e dire che sarò il candidato del Partito democratico alla presidenza degli Stati Uniti».


    [Dal discorso della campagna elettorale in Minnesota del 3 giugno 2008] «Tonight, Minnesota, after fifty-four hard-fought contests, our primary season has finally come to an end. Sixteen months have passed since we first stood together on the steps of the Old State Capitol in Springfield, Illinois. Thousands of miles have been traveled. Millions of voices have been heard. And because of what you said – because you decided that change must come to Washington; because you believed that this year must be different than all the rest; because you chose to listen not to your doubts or your fears but to your greatest hopes and highest aspirations, tonight we mark the end of one historic journey with the beginning of another – a journey that will bring a new and better day to America. Tonight, I can stand before you and say that I will be the Democratic nominee for President of the United States».


    [Dal discorso della campagna elettorale in Minnesota] «America, questo è il nostro momento. Questa è il nostro tempo. Il tempo di voltare pagina rispetto alle politica del passato. Il tempo di apportare una nuova energia e nuove idee alle sfide che abbiamo di fronte. Il tempo di offrire una direzione nuova al Paese che amiamo».


    [Dal discorso della campagna elettorale in Minnesota] «America, this is our moment. This is our time. Our time to turn the page on the policies of the past. Our time to bring new energy and new ideas to the challenges we face. Our time to offer a new direction for the country we love».


    [Dal suo primo discorso da Presidente degli Stati Uniti a Chicago | 5 novembre 2008] «Se ancora c’è qualcuno che dubita che l’America non sia un luogo nel quale nulla è impossibile, che ancora si chiede se il sogno dei nostri padri fondatori è tuttora vivo in questa nostra epoca, che ancora mette in dubbio il potere della nostra democrazia, questa notte ha avuto le risposte che cercava».


    [Dal suo primo discorso da Presidente degli Stati Uniti a Chicago | 5 novembre 2008] «If there is anyone out there who still doubts that America is a place where all things are possible, who still wonders if the dream of our founders is alive in our time, who still questions the power of our democracy, tonight is your answer».


    [Dal primo discorso da Presidente degli Stati Uniti a Chicago] «Questa è la nostra epoca: dobbiamo rimettere tutti al lavoro, spalancare le porte delle opportunità per i nostri figli, ridare benessere e promuovere la causa della pace, reclamare il Sogno Americano e riaffermare quella verità fondamentale: siamo molti ma siamo un solo popolo. Viviamo, speriamo, e quando siamo assaliti dal cinismo, dal dubbio e da chi ci dice che non potremo riuscirci, noi risponderemo con quella convinzioni senza tempo e immutabile che riassume lo spirito del nostro popolo: Yes, We Can».


    [Dal primo discorso da Presidente degli Stati Uniti a Chicago] «This is our moment. This is our time, to put our people back to work and open doors of opportunity for our kids; to restore prosperity and promote the cause of peace; to reclaim the American Dream and reaffirm that fundamental truth, that, out of many, we are one; that while we breathe, we hope. And where we are met with cynicism and doubts and those who tell us that we can’t, we will respond with that timeless creed that sums up the spirit of a people: Yes, we can».


    «Ho parlato con lui [Hosni Mubarak] subito dopo il suo discorso, e gli ho detto che ha la responsabilità di dare un senso a quelle parole, di compiere passi e azioni concrete che adempiano a questa promessa. La violenza non è il modo per farsi carico delle lamentele del popolo egiziano. Il soffocare le idee non è mai riuscito a eradicarle. Questo momento di instabilità deve risolversi in un momento di promessa».


    «I just spoke to him [Hosni Mubarak] after his speech, and told him he has a responsibility to give meaning to those words, to take concrete steps and actions that deliver on that promise. Violence will not address the grievances of the Egyptian people. Suppressing ideas never succeeds in making them go away. This moment of volatility has to be turned into a moment of promise».


    «Il popolo egiziano ha fatto sentire la sua voce, la sua voce è stata ascoltata, e l’Egitto non sarà mai più lo stesso. Sono veramente pochi i momenti, nelle nostre vite, in cui abbiamo il privilegio di testimoniare il compiersi della storia. Questo è uno di quei momenti».


    «The people of Egypt have spoken, their voices have been heard, and Egypt will never be the same.
    There are very few moments in our lives where we have the privilege of witnessing history taking place. This is one of those moments».

    (Barack Obama.)














    about him
    «Berlusconi e Sarkozy si muovono sulla stessa rotta, individualismo e liberismo sfrenati. Non mi riconosco in quei governi. Il mio presidente è Obama. Ho tifato per lui alle primarie, ho brindato alla sua vittoria».

    (Patrice Chéreau.)


    «È stato un eccellente stratega della propria campagna elettorale. Ha battuto Hillary Clinton, una professionista della politica. Barack Obama sarà ricordato per avere ridestato la passione politica in America».

    (Nico Perrone.)


    «L’ho incontrato alla Casa Bianca. È incredibile che un afro-americano sia arrivato in quella posizione, specie dopo le sofferenze che abbiamo subito, dopo quello che succedeva in America solo 40 anni fa. Volevo incontrarlo a tutti i costi, è stato emozionante».

    (Serena Williams.)


    «Obama ha fatto una scelta coraggiosa. In Italia siamo talmente indietro che credo sarà premiato chi sarà capace di aprire questa partita dei diritti in modo concreto. A parole, ad esempio, c’è una grandissima intesa sul tema delle unioni civili, però nessuno ha il coraggio di trasformare questi progetti in qualcosa di concreto. Tutto ciò che riguarda la sfera dei diritti delle persone, da noi, non arriva mai ad una conclusione pratica. Per questo dovremmo prendere esempio da Obama. In un momento in cui puoi garantire poco alle persone sui temi sociali, del welfare e dell’assistenza, perché c’è la crisi, ci sono dei diritti immateriali che garantiscono alle persone più felicità, che non costano niente, ma che cambiano la vita delle persone».

    (Flavia Perina.)




     
    .
0 replies since 7/11/2012, 20:56   25 views
  Share  
.
Top