Remember my smile Damon, forever

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  1. Yami* Genevieve;
     
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    BREVE TRAMA: Jane Houston, una ragazza che negli anni '60 conosce Damon Salvatore, ma dopo una settimana dal loro incontro muore, o almeno, così credevano tutti.

    CAPITOLO 1 The Diary of Jane.

    E se ne andò così, tra una lacrima e una carezza, un sorriso e una promessa: "Promettimi che mi dimenticherai, che amerai un' altra come ti ho amato io.".


    Quarant' anni. Oggi sono quarant' anni che Jane non c'è più. L' unica cosa che gli rimane di lei, è il suo diario. E, ogni sera, ogni fottutissima sera da quella maledettissima notte, lui rileggeva sempre quell' ultima pagina di diario scritta da lei...


    18 Aprile 1961

    Non riesco più a sorridere, il peso delle responsabilità mi schiaccia e mi getta senza rimorso in un pozzo nero. Nonostante sia una strega abbastanza forte, mi sento come se fossi la più debole dell' intero sistema solare. Le streghe sono serve della natura, e io? Io cosa sto facendo per servire la natura? È l' unico modo. Avverrà stanotte.

    E, ogni volta che Damon rileggeva quelle ultime parole, diventava inquieto, nervoso, e molte volte una lacrima era fuoriuscita dai suoi occhi. Perchè lei aveva fatto tutto quello per lui, per salvare la sua stupida vita.
    Perchè in 160 anni di vita da vampiro, quella settimana era stata l' unica in cui era stato diverso, più umano.
    Mise il diario tra i libri della sua libreria, e uscì dalla stanza. Attraversò a passo svelto il corridoio, e uscì salutando con un debole "ciao" la ragazza che stava entrando nel pensionato dei Salvatore. Elena entrò in casa posò le chiavi della macchina sul tavolo, andando da Stefan.
    Elena: "Cos' ha Damon? È da qualche giorno che è di pessimo umore.."
    Stefan: "Non ne ho idea, ma Damon è fatto così. O è di buon umore, o è di malissimo umore e non ti dirà mai il perchè. Tornerà fra qualche minuto, vedrai."
    Elena: "Beh, questo è vero.. Ma mi dispiace vederlo in questo stato.. Sai cosa faccio? Vado nella sua stanza e gli preparo un bagno caldo, magari servirà per ridargli il buon umore.."
    Stefan: "Certo, e non dimenticare un cocktail a base di Ruhm e sangue B positivo!"
    Elena si avviò su per le scale, camminando fino alla porta della stanza di Damon. Si fermò sulla soglia, come faceva sempre. Non sapeva perchè, ma quella stanza le creava sempre un pò di disagio.. Fece un respiro profondo e aprì la porta. La stanza era come sempre in un ordine impeccabile, era perfino più ordinata di quella di Stefan.. Andò nel bagno e aprì il rubinetto dell' acqua calda della vasca. Mentre aspettava che la vasca si riempisse, decise che avrebbe letto qualche pagina di un qualsiasi libro, non le importava quale, voleva solo leggere. Perchè Damon sembrava un personaggio così misterioso, e anche tramite i libri che legge e che conserva puoi conoscere una persona. Andò vicino alla libreria di Damon, e prese un libro, "E così fino al delitto".
    Elena: "Bene, un libro giallo. Meglio di niente."
    Ma, quando estrasse il libro dalla pila, un altro piccolo libro consumato dal tempo cadde per terra. Elena prese quel piccolo libricino, e aprì la prima pagina.
    "Questo è il diario di Jane Houston".



    CAPITOLO 2 Druid witch

    Elena posò il libro giallo di prima, e cominciò a leggere le pagine di quel diario. Non era un libro, era proprio un diario, come quello che aveva lei, solo era... diverso. Non iniziava con il solito "Caro diario", ma portava la data del giorno in cui era stata scritta, e partiva direttamente con una marea di emozioni scritte, era come il subconscio, la mente di quella ragazza. Un cervello fatto di pagine ed inchiostro. Il primo giorno di quel diario era datato il 20 Marzo 1961.
    Elena: "Chissà perchè ce l ha Damon.." Si sedette sul letto, e cominciò a leggere...

    20 Marzo 1961
    Va bene. Oggi sono euforica, non so perchè.. No, sto sbagliando. Prima, essendo il mio diario, devo presentarmi. Ma prima di presentarmi, voglio precisare che questo non è un diario, ma un libro di memorie. Odio raccontare ogni cosa fatta durante il giorno, voglio che questo libro sia un metodo di sfogo. Bene.. Il mio nome è Jane Houston, ho 22 anni, che ho compiuto oggi, e vivo a Mystic Falls. Sono una ragazza solare, e amo la mia famiglia. Non sono sposata, nemmeno fidanzata. Ho una sorella di nome Claire, che ha 18 anni. Ora, finita la presentazione, cominciamo con il VERO libro di memorie.

    Oggi sono euforica, non so perchè.. Non è dovuto al fatto che oggi compio 22 anni, non sono mai stata un amante di feste e compleanni. Credo sia perchè.. ho composto la mia prima ninna nanna al pianoforte! Adoro suonare, mi mette armonia, e finalmente ho creato qualcosa di mio! Poi, mi sono esercitata con gli incantesimi, riesco a governare acqua e fuoco, e devo dire che miglioro ogni giorno di più.. La nonna è preoccupata, dice che sono pericolosa, che sono una ragazza incosciente e che è anormale che io abbia tutto questo potere. Al diavolo, sono una strega e mi piace esserlo! Nessuno a cosa sono, solo la mia famiglia, e Claire mi odia per questo, perchè lei non ha i poteri, io si. Le voglio bene, ma il mio orgoglio mi impedisce di dirglierlo, forse perchè lei non capirà mai fino in fondo..

    Elena rimase scioccata da ciò che aveva letto. Jane Houston, una ragazza degli anni '60 che viveva a Mystic Falls, e che per di più era una strega.. Cosa aveva a che fare lei con Damon? Perchè lui aveva il suo diario? Era lei il motivo per il quale ultimamente era ancor più di malumore? Molto probabilmente si. Sentì uno strano rumore provenire dal bagno.. La vasca!! Posò il diario sul letto e andò a chiudere il rubinetto, che aveva riempito troppo la vasca d' acqua calda. Prese una pezza e aciugò l' acqua andata a terra, e mise nella vasca una grande quantità di sali.
    Poi, torno sul letto, e decise che voleva saperne di più di quella ragazza, che era riuscita ad incuriosire Elena. Lo prese e lo portò in camera sua, nascondendolo bene sotto un' asse del pavimento. Tornò di sotto, stando ben attenta a non parlare di quel diario con nessuno, nemmeno con Stefan.
    Stefan: "L' ho chiamato per sicurezza, sarà a casa fra 5 minuti.. Aveva una voce.. Sembrava.."
    Elena: "Sembrava cosa?? Ferito??"
    Stefan: "No.. Sembrava stesse piangendo.. Ma sappiamo entrambi che Damon piange difficilmente.."
    Elena: "Già.. beh, chiamo Bonnie, scambio due parole con lei."
    Doveva saperlo, subito. Compose il numero di Bonnie, e aspettò.. Dopo 4 squilli la voce di Bonnie tranquilla e serena rispose.
    Bonnie:"Pronto, Elena?"
    Elena: " Hey Bonnie! Come va?"
    Bonnie: "Bene.. È successo qualcosa?"
    Elena: "No no, anzi.. Vorrei solo che mi togliessi una curiosità.."
    Bonnie: "Ok.. sputa il rospo."
    Elena:" Tu o tua nonna, siete mai riuscite a dominare gli elementi della natura?"
    Bonnie: "Beh, noi sappiamo trarre energia dalle fiamme, dal fuoco, ma dominare gli elementi, che io sappia no. È innaturale Elena, non possiamo muovere l' acqua, il fuoco a nostro piacimento."
    Elena: "Ah, ho capito."
    Bonnie: "Però la leggenda dice che le streghe Druide possono. Loro sono tipo madre natura, ma non esistono, loro sono leggende, le streghe di Salem sono vere, come puoi vedere."
    Elena: "Grazie Bonnie, ti voglio bene."
    Bonnie: "Prego, ora vado da Jeremy, ci sentiamo dopo ok?"
    Elena: " Certo, a dopo."
    Si diresse al pc, e, una volta connessa a internet, sul motore di ricerca scrisse: Streghe druide.


    CAPITOLO 3 She's Jane.

    Quello che trovò sulle streghe druide bastava per farle capire che Jane era una di loro. Ragazze che riescono a dominare gli elementi a loro piacimento, persone molto potenti uccise perchè considerate un pericolo. Avrebbe voluto chiedere a Damon di Jane, ma per ora non doveva sapere che Elena aveva letto quella pagina di diario. Fu così che decise di far finta di nulla e tornò in cucina, dove Stefan stava bevendo del sangue.
    Elena:" Damon ancora non è arrivato?"
    Stefan: "Arriva proprio... Ora."
    Ed ecco che la porta si aprì, e Damon di malumore che entrò in casa.
    Elena:" Ti ho preparato un bagno caldo, vai su."
    Damon:" Grazie."
    Le rivolse un debole sorriso, e andò di sopra.

    Doveva smetterla, per il bene suo e di tutti. Sono quarant' anni che piange la sua morte, anni in cui non ha mai smesso di amarla nonostante fosse morta. Entrato in camera sua, si svestì in tutta fretta e si gettò nella vasca rilassandosi.
    Era talmente rilassante, che si addormentò...

    ..."Suvvia Damon, fammi vedere quell' anello, voglio proprio vedere quanto va largo al mio pollice!" La sua voce così melodica, candida, risuonò nelle orecchie del bel vampiro. La ragazza che le stava di fronte era tra le creature più belle che Damon avesse mai visto in 100 anni di vita. Si, era perfino più bella di Katherine. Aveva lunghi capelli castano chiaro, formati da onde perfette, era molto magra benchè mangiasse Dio solo sa quanto, e aveva degli splendidi occhi verdi, quasi fossero smeraldi. Quegli occhi, così pieni di vita, quel sorriso, così lucente quasi come il sole, erano diventati la droga di Damon, perfino più del sangue..
    Damon:" Mi dispiace Jane, ma come ti ho detto prima, non posso togliere il mio anello."
    Jane: "Tu, hai qualcosa di strano sai? È come se non fossi del tutto umano.." Gli toccò la guancia con la mano bianca, e i suoi occhi si colmarono di terrore. Ritrasse immediatamente la mano facendo quattro passi indietro.
    Damon: " Jane, cosa c'è?"
    Jane: "Tu.. Tu sei un vampiro?"
    Damon:" Cosa? "
    Jane: " Tu sei un vampiro, l' ho sentito toccandoti la guancia."
    Damon: "No, non sono un vampiro. E poi sentiamo, come avresti fatto a capirlo?"
    Jane non rispose, ma fece un largo sorriso, uno di quelli che facevano sorridere automaticamente anche Damon. Qualcosa volò davanti agli occhi di Damon. Un insetto? Una farfalla? No.. era fuoco. una striscia di fuoco che ondeggiava come un serpente, e girava attorno a Damon, come se fosse un gatto che fa le fusa. Jane guardava la fiammella sorridente, e subito dopo alla fiammella si unì dell' acqua, che ondeggiava come una sirena. Damon la guardò stupito, capendo ciò che era quella ragazza così speciale.
    Damon: "Sei una strega. Però, chi l' avrebbe mai detto."
    Jane: "Ebbene si, sono una strega, e questo è niente a confronto a ciò che potrei fare."
    Damon:" È strano però.. Emily, una strega che conoscevo, non riusciva a fare queste cose.."
    Jane: "Strega di Salem suppongo. Io sono una strega Druida. Io e mia nonna discendiamo dai Druidi."
    Damon: "E toccandomi hai capito che sono un vampiro."
    Jane:" Sono sensazioni che ho. Allora, da quanto tempo sei un vampiro?"
    Damon: "1864.. Non hai paura di me?"
    Jane:" No, perchè dovrei? Posso ucciderti se solo provi a toccarmi, quindi non ho paura."
    Damon: " Oh. Bene, non ti toccherò allora."
    Jane: " Ho sentito anche altro.. Hai sete vero?"
    Gli porse il polso, facendogli capire che se voleva poteva prendere il suo sangue. Vedendo la riluttanza di Damon nell' usarla come tutte le altre, ovvero come un oggetto, fece uno dei suoi magnifici sorrisi.
    Damon le sorrise a sua volta, e aggiunse: "Preferisco prendere il sangue dal collo, farà meno male, ci vorrà meno tempo, e mi pice il profumo che usi."
    E poi Jane scoppiò a ridere, e la sua risata perfetta echeggiò nelle orecchie di Damon, che si svegliò di soprassalto nella vasca da bagno, con le lacrime agli occhi.


    CAPITOLO 4 Memories are terrible

    Sembrava così vero. Era come se davvero lei fosse stata lì a parlargli. Ma Damon era in una vasca da bagno, e lei era morta. Quante volte avrebbe voluto cercarla, andare a vedere almeno la sua tomba. Ma non c' era mai riuscito, non voleva credere che lei fosse davvero morta. L' aveva lasciato con quell' orribile promessa: "Promettimi che mi dimenticherai, che amerai un' altra come ti ho amato io." Come poteva chiedere una cosa del genere? Lui poteva.. poteva..
    Lui poteva salvarla. Lui voleva salvarla. Ma non ci era riuscito. Quando morse il suo polso in modo che Jane prendesse il suo sangue per ritornare vampira, lei dolcemente scansò il braccio sorridendo amorevolmente, facendogli capire che non era quella la vita che voleva. Perchè era morta? Perchè alcuni amici di suo padre sapevano tutto, sapevano di lei, sapevano cosa era Damon, e sapevano quanto lei lo amasse. Avevano deciso di ucciderlo quella notte stessa, liberando la mente di Jane dall' influenza di Damon, che la sfruttava e l' avrebbe presto rovinata. O meglio, questo è quello che loro credevano. In realtà Damon non la soggiogò mai perchè lui l' amava. Jane, convinta di poter ragionare con quelle persone, tentò in tutti i modi di proteggere Damon creando campi di forza intorno a lui.
    Non voleva ricordare, non ora. Aveva già pianto abbastanza per quel giorno. Damon si alzò dalla vasca e dopo essersi asciugato e rivestito, si lasciò cadere sul letto, stanco come se avesse sollevato un edificio.
    Chiuse gli occhi, e per un attivo vide il viso sorridente di Jane. Era così piena di vita, così gentile. Damon sapeva che quando diventi un vampiro cambi, e sapeva anche che non sempre cambiava in meglio. Cosa sarebbe successo se Jane fosse diventata un vampiro? L' avrebbe amata comunque? O sarebbe diventata come Katherine, o peggio? Si alzò di scatto, e si precipitò fuori dalla stanza, fermandosi sulla soglia. Se un tempo la sua droga erano Jane e il suo sorriso, oggi erano il suo diario e i ricordi che aveva di lei. Voleva prenderlo, guardarlo, provare ad immaginare la bellissima druida che scriveva sulle pagine con la sua calligrafia elegante e sottile. Si avvicinò alla libreria, ed entrò Stefan.
    Stefan: "Si può sapere cosa ti succede?"
    Damon: "Niente Stefan, sono di ottimo umore, non vedi?"
    Stefan: " È un ora che sei qui dentro. Quando ti decidi ad uscire?" Gli porse un bicchiere di cristallo con del sangue.
    Damon: "Grazie fratellino. Se non ci fossi tu morirei di fame probabilmente." Gli rivolse un sorriso sarcastico. Gli piaceva istigare Stefan, anche se dopo un pò diventava noioso perchè non reagiva.
    Stefan: "Oh, prego Damon. Che c'è, vuoi giocare a io sono l' altro fratello? Bene, allora inizio io. Oh Stefan, sono di malumore, mi è successo qualcosa di terribile, ma non ti dirò cosa perchè ti odio."
    Damon:" Ma Damon, confidati con me, io sono così saggio che saprò aiutarti!.. Ok non mi va più, ora esci dalla mia stanza, devo fare una cosa."
    Stefan:" No, tu non farai nulla. Elena appena è arrivata è venuta qui per prepararti un bagno, era molto preoccupata. Ti vuole bene, e così le manchi di rispetto."
    Damon: "Ok Santo Stefano, vengo subito, solo fammi.."
    Stefan: "ORA."
    Damon: "Al diavolo.."
    Andarono nel salone, dove Elena stava guardando la tv. Insieme a lei c' era una ragazza di carnagione scusa, con capelli castani sciolti dietro la schiena; Bonnie Bennet, la strega migliore amica di Elena, fidanzata del fratello di Elena.
    Elena: "Sbrigatevi, o mettiamo il dvd senza di voi. I soliti maschi."
    Stefan: " Il solito Damon."
    Damon:"Vi prego, niente film strappalacrime."
    Bonnie:" Non è molto strappalacrime, è un film fantasy, si chiama 'Lo scrigno di Jane', molto carino"
    Damon:" Cosa?! Cosa hai detto??"
    Bonnie:" 'Lo scrigno di Jane?' Cosa ho detto di male?"
    Damon:" No.. no no niente. Bene, guardiamo questo film."
    Damon, che cercava di distrarsi dal ricordare Jane, si ritrovava a guardare un film il quale ha come protagonista una ragazza che si chiama Jane. Perfetto. Tuttavia, mente con occhi tristi si sedeva sul divano, non si accorse dell' occhiata dubbiosa che gli rivolse Elena, che ben sapeva il perchè di quel suo comportamento.


    CAPITOLO 5 It's my drug.

    Dopo 3 ore il film finì, e Damon, che non riusciva a pensare ad altro, decise di andare in camera e prendere il diario. Perchè nonostante fossero passati quarant anni, c' era ancora il suo profumo su quelle pagine, quella dolce fragranza che lei usava sempre.
    Aveva fatto sicuramente un incantesimo per mantenerlo intatto.
    Liquidò tutti con un amichevole "Addio" , e corse in camera sua con la velocità che può avere solo un vampiro frettoloso.
    Elena, che lo vide sparire, divenne bianca per la preoccupazione. Lui era andato in camera sua sicuramente per prendere il diario, ma non avrebbe trovato nulla, perchè Elena lo aveva nascosto. Sarebbe andato su tutte le furie, e per questo doveva distrarlo. Andò velocemente in camera di Damon, bussò e attese. Nessuna risposta. Fece un respiro profondo e si fece coraggio; Damon stava frugando nella libreria, ed era quasi nel panico.
    Elena: "Cosa stai cercando?"
    Damon: "Un libro. Era qui oggi, quando sono uscito, ma adesso non c' è più. Era proprio in questo punto!!"
    Elena:" Forse l' hai messo da un altra parte.."
    Damon: "No, non lascerei mai in giro quel libro. È troppo importante per perderlo. Ma dove diavolo è..?!?"
    Si stava arrabbiando. Sul serio.
    Elena:" Avanti, lo cerchi domani, non può essere così importante.."
    Damon:" INVECE LO È ECCOME. Devo trovarlo.. Allora, qui non c'è.. qui nemmeno.."
    Elena:" Avanti, deve essere qui da qualche parte."
    Damon: "Non c'è Elena, non c'è!"
    Era andato nel panico. Perfetto.
    Damon: "Ricordo che l' ho posato qui, vicino a questo libro, 'E così fino al delitto' , e poi sono uscito. Non è entrato ness.."
    Smise di cercare e si volto verso Elena. La guardò, per la prima volta da quando si conoscevano, con sguardo di vero odio. In un secondo fu di fronte a lei, i canini appuntiti scoperti verso di lei.
    Damon: "Dammi il diario, Elena. SUBITO."
    Elena:" Damon, cosa.. cosa c'è? Quale diario?"
    Damon: "Dammi il diario di Jane."
    Elena: "Chi è Jane? Non ce l ho io quel diario maledizione!"
    Damon:" Sei l' unica che è entrata qui dopo che me ne sono andato. Ora Elena, te lo dico per l' ultima volte. Dammi. Il. DIARIO."
    Elena: "Chi è Jane Houston?"
    Damon: "Perchè hai preso il diario?"
    Elena: "Chi è Jane Houston?"
    Damon: "Dammi il diario."
    Elena: "Prima dimmi chi è Jane Hou..."
    Damon: "È l' unica ragazza che sono riuscito ad amare per davvero!! Quella che in un batter d' occhio mi ha fatto dimenticare di Katherine e del male che mi aveva fatto. L' unica che per pochi giorni mi ha fatto sentire di nuovo vivo, di nuovo UMANO. E quel diario è l' ultima cosa che mi rimane di lei."
    Elena: "Perchè non me l hai mai detto?"
    Damon: "Perchè fa male, Elena. Avrei potuto salvarla, ma lei ha preferito morire che diventare un mostro. E non ho il coraggio di andare la cimitero perchè scoppierei, non esiterei a togliermi questo anello e a bruciare vivo!!"
    Elena: "Per il tuo bene Damon, devo dimenticare quel diario. O rimarrai schiavo dei suoi ricordi per sempre."
    Damon: "Non ce la faccio, Elena! È più forte di me, ma non ci riesco!"
    Aveva gli occhi lucidi, segno che stava per piangere. Elena corse in camera sua, prese il diario e lo portò da Damon.
    Elena: "Ecco la tua maledetta droga che ti tiene legato al passato. Dai, continua a vivere negli anni '60."
    Damon: "Se Stefan morisse, faresti la stessa cosa."
    Damon prede il diario, e aprì una pagina dove c' era una vecchia foto in bianco e nero. La porse ad Elena, che la guardò ad occhi aperti per la meraviglia.
    Elena: "Wow.. Era.. Bellissima."
    La ragazza della foto aveva un sorriso da togliere il fiato, Capelli scuri, e sedeva su un tronco d' albero. Aveva i capelli sciolti che svolazzavano al vento, ed indossava un bellissimo vestito bianco.
    Elena: "Come l' hai conosciuta?"
    Damon: "Mystic Falls, 1961. La incontrai da sola, in un posto sperduto, stava guardando le farfalle. La vidi da dietro.
    Perchè l' ho conosciuta? Perchè volevo ucciderla."


    CAPITOLO 6 You will know how to also dominate the death


    Elena rimase sotto shock. Non riusciva a capire. Lui l' amava, ma voleva ucciderla. Cosa intendeva dire?
    Elena: "Ucciderla?"
    Damon: " Beh, ero il Damon più divertente. Usavo le ragazze solo per nutrirmi. E lei doveva essere una di quelle. Mi avvicinai a lei, e appeni la vidi, appena iniziò a parlarmi, non riusscivo più a pensare ad ucciderla. Era riuscita a creare una catastrofe nella mia mente. Era riuscita a far riemergere la mia patetica parte umana."
    Elena: "Cosa le è successo? Come è morta?"
    Damon: "Suo padre capì subito cosa ero. Sapevano molti di loro. Lui sapeva che non potevo essere un pericolo per lei, ma i suoi amici no. Erano determinati a portarmela via, volevano uccidermi. Così una sera, quando quei bastardi mi tesero un' imboscata, lei arrivò all' improvviso. Se hai letto la prima pagina avrai capito che era una strega, anche molto forte. Quegli uomini sparavano contro di lei sapendo che si sarebbe difesa creando campi di forza intorno a lei, fermando così i proiettili. Ma quando un uomo sparò contro di lei, un altro contemporaneamente sparò con la balestra un paletto di legno verso di me. Lei lo vide, e non potendo creare campi di forza abbastanza potenti per entrambi, lo usò per spingersi velocemente avanti a me. Il paletto la trapassò, la punta toccava appena il mio torace. Cadde a terra, e la poggiai dolcemente sotto un cappotto. Subito mi morsi il polso per darle il mio sngue, ma lei lo rifiutò. Ha preferito morire. Però avevo un briciolo di speranza.."
    Elena: "Le avevi giàdato il tuo sangue, vero?"
    Damon: " QUando scoprì cosa ero, si propose come spuntino. Le presi del sangue, ma persi il controllo, e gliene presi troppo. Così, per farle recuperare le energie, le diedi un pò del mio sangue. Ma quella sera lo aveva smaltito sicuramente tutto."
    Elena: "E poi? Cosa è successo dopo che.. è morta."
    Damon: "Suo padre si precipitò lì in lacrime,e mi disse che dovevo andarmene finchè ero in tempo. Tornai 2 ore dopo per vedere se fosse diventata una vampira. Invece trovai lei sul divano con la famiglia che piangeva attorno a lei."
    Elena:"Oh.. Mi dispiace. Perchè non vai a visitare la sua tomba?"
    Damon: "NO. Non ci penso neanche. Scordatelo. Farebbe troppo male."
    Elena:" Damon, dammi retta, farà meno male se andrai a visitarla al cimitero. Deve essere lì. Ci andreamo domani mattina, ok?"
    Damon:" Vediamo.... NO."
    Elena: "E se fosse tipo Emily? Magari il suo fantasma vaga ancora lì"
    Damon: "Un motivo in più per non andarci. Cosa faresti se ci fosse Stefan, eh?"
    Elena:" Ci starei per ore, anche perchè so che lì c'è il suo corpo, quel corpo che ho abbracciato tante volte.. Vi siete mai baciati?"
    Damon: "Certo che si. Le chiesi scherzosamente 'Posso baciarla signorina Houston?'. E mi baciò lei. Mi voleva davvero bene, sapeva come ero e cosa ero diventato dopo la trasformazione. Solo toccandomi riusciva a vivere i ricordi come fossero suoi. Sapeva di Katherine, di Stefan."
    Elena:" Riusciva a rivivere i ricordi?"
    Damon: "Si. Quando ha scoperto che ero un vampiro, mi ha toccato la guancia, e in un secondo ha capito ciò che ero, e che avevo fame. Le mie emozioni, le mi sensazioni, le sentiva anche lei come fossero sue."
    Elena: "Per questo, Damon, devi andare da lei. Perchè la amavi, e devi visitarla per rispetto verso di lei. Devi rassegnarti. Perchè so che in fondo, speri che non sia ancora viva."
    Damon: "Non ce la farei da solo, Elena."
    Elena: " Verrò con te. Così farò visita ai miei genitori, a zia Jenna e a zio John."
    Damon: "Promesso? Non mi lascerai solo quando troveremo la tomba?"
    Elena: "Promesso."

    ... Si svegliò all' improvviso, aveva il respiro affannoso. Era successo, era successo davvero. E lui l' aveva abbandonata....

    Il pomeriggio seguente, Damon capì che Elena aveva ragione. Visitare la sua tomba era l' unico modo per superare. Si preparò, e decise che le avrebbe portato delle rose blu, quelle che amava tanto. Anche la sua melodia al pianoforte si chiamava 'Rosa blu' . Si preparò con cura, e quando Elena andò in camera sua per chiedere se era pronto, le chiese di non parlare a Stefan di Jane, non ancora. Una volta comprate le rose, arrivarono vicino alla porta del cimitero. Elena andò avanti, era un' abitudine per lei andare al cimitero, ormai.
    Ma Damon si fermò, quasi intimorito.
    Elena: "Damon.."
    Damon: "Non ci riesco, Elena. Non ce la faccio."
    Elena: "Si che ce la fai, vieni."
    Gli prese la mano, e lo portò dentro il cimitero, sorridendogli come una madre che sorride al figlio per dirgli di non aver paura dei tuoni.
    Elena:" Bene, credo di sapere dov'è la tomba degli Houston. A volte ci passavo per arrivare alla tomba di mamma e papà"
    Damon:"Ok, ma prima andiamo dai tuoi."
    Camminaro per settanta metri circa, ed ecco la tomba della famiglia Houston. Damon, appena lesse il nome della tomba familiare, accellerò il passo, trovandosi a trenta metri di distanza in 2 secondi. Elena lo raggiunse correndo, e si trovarono di fronte alla tomba Gilbert. Elena non potè fare mon deglutì a fatica, e tornarono indietro. Ed eccola lì, la tomba di Jane. Accanto ai genitori, c' era una lapide bianca, che portava scritto:

    Jane Houston
    20 Marzo 1939 - 18 Aprile 1961
    Saprai dominare anche la morte.

    Elena:" Saprai dominare anche la morte?"
    Damon: "Sapeva dominare gli elementi, perchè non la morte?"
    Damon non ne poteva fare a meno. Si soffermò a guardare la bellissima foto sulla lapide, che la ritraeva con una maglia rosa, con i capelli raccolti, e il suo sorriso che toglieva il fiato. Una lacrima sfuggì al controllo di Damon, e gli accarezzò la guancia. Poi, sentiì un rumore di passi dietro di lui, e una voce femminile e sensuale.

    "Mi chiedevo quando saresti venuto a trovarmi, Damon."


    CAPITOLO 7 She's not my Jane

    Nell' udire quella voce, Damon si girò di scatto.
    Jane. Jane Houston era lì di fronte a lui, sorridente e bella come sempre. Elena ,spaventata, posava lo sguardo da Jane a Damon, cercando di interpretare la sua reazione.
    Spavento. Sgomento. Felicità. Odio. Ecco quello che provava Damon. La ragazza per cui aveva pianto quarant' anni, era viva e sorridente come se non fosse successo mai niente.
    Non era cambiata affatto a livello fisico, ciò dimostrava che era diventata una vampira. Era sempre lei: capelli castani, occhi verdi, sorriso smagliante. Notò che aveva delle ciocche di capelli blu. Era vestita con una maglietta nera alquanto scollata, pantaloncini neri molto corti, e stivali neri che le arrivavano al ginocchio.
    Damon: "Jane?" Ancora non riusciva a crederci, era impossibile.
    Jane: "Damon!!" Così dicendo, si buttò al suo collo, come se non si vedessero da mesi, come se si fossero lasciati con un semplice 'Arrivederci.' Non dava minimamente peso a quello che successe quarant' anni prima. Fu Elena a parlare per prima, vedendo il silenzio sconcertante di Damon.
    Elena: "Jane? Jane Houston? Tu.. Tu eri morta!"
    Jane: "Lo credevo anche io! Beh.. Tecnicamente sono morta. Ma sono una morta che cammina!"
    Damon:" Per anni ho creduto che tu fossi morta quella notte."
    Jane: "Lo credevi, o era quello che speravi, Damon?"
    Ora non era più la dolce Jane, ora stava venendo fuori la parte che Damon temeva di conoscere: la spietata parte vampira.
    Damon:" Cosa?"
    Jane, ora non più sicura di se, ma quasi in lascrime, gli diede uno schiaffo che fece lamentare Damon da dolore.
    Jane:" Perchè te ne sei andato??"
    Damon:" Tuo padre non te l' ha detto??"
    Jano: "No. Gliel' ho impedito. Appena mi sono svegliata e mi ha pronunciato il tuo nome, l' ho soggiogato ordinandogli di non parlami mai più di te, ne con me, ne con nessuno."
    Damon:" Lui mi disse di andarmene. Mi disse che era troppo tardi, che nonostante tutto mi avrebbero dato la caccia. Tornai due ore dopo vicino la finestra di casa tua e vidi una famiglia in lacrime!"
    Jane: "Se fossi arrivato venti minuti più tardi mi avresti vista sveglia, sconcertata, e sola!"
    Damon:" Perchè ora? Perchè proprio ORA ti fai vedere?"
    Jane: "Perchè in questi quarant anni, Damon, sono venuta molte volte a Mystic Falls. E tu non c' eri mai, ne sei mai venuto alla mia tomba. Quando venivi ti vedevo con altre ragazze. Ero convinta che quando mi avevi vista morire avevi pensato 'Oh, no.. Ora devo sopportarla per l' eternità' . Credevo fossi sparito perchè non mi amavi. E ora vedo che a Katherine ci tenevi ancora."
    Guardo Elena con sguardo consapevole; aveva capito che Elena non era Katherine. Aveva capito tutto di lei sono sorridendole.
    Jane: "C' ero, sai? Al funerale dei tuoi. Ero venuta a trovare i miei genitori, e vidi te in lacrime."
    Elena: "Oh.. Io non ricordo di averti mai vista."
    Jane: "Ovvio, non sono una tipa che si fa vedere in giro."
    Elena: "Ok, parliamone meglio. Vieni al pensionato dei Salvatore. Sai dov'è? "
    Jane: "Certo. Ci vediamo lì."
    Elena:" Puoi venire con noi in macc.."
    Ma Jane Houston era scomparsa nel nulla.
    Elena: "Forza Damon.. Andiamo a casa. Devi chiarirti. Devi capire."
    Damon: "Non osare invitarla. Non la voglio quella in casa mia. Non è la Jane che conoscevo. Nè tantomeno quella che amavo."
    Elena: "Non dire cretinate. Andiamo."
    Quando arrivarono Elena uscì dalla macchina sgomenta. Le rose che si trovavano vicino alla casa,fino al giorno prima quasi secche, erano aumentate, ed erano tutte rosse bellissime e fresche. Elena le guardò amorevolmente, capendo che era opera di Jane. E, in mezzo a quelle numerose rose rosse, ce n' era una blu, la più grande, e la più bella di tutte.
    Elena: "Damon, io credo che sia ancora la Jane che amavi. Guarda qui."
    Damon, ancora scosso per ciò che era successo pochi minuti prima, si avvicinò ad Elena, e quando vide la rosa blu, nutriva la piccola speranza che non avesse soppresso la sua parte umana definitivamente. Sentì una mano che gli prendeva la sua. Si voltò, e vide Jane, sorridente, quasi un pò offesa.
    Jane: "Non ho mai spento la mia parte umana, perchè era quella che ti piaceva."
    Gli lasciò la mano avviandosi verso il portico della pensione, fin quando Damon non la prese per il braccio, e l' abbracciò.
    Damon: "Mi sei mancata."
    Jane: "Anche tu."
    Elena, facendo un colpo di tosse, entrò dentro il pensionato, e Damon e Jane la seguirono. Jane, però, rimase bloccata sulla soglia.
    Jane:" Ehm.. Chi mi invita ad entrare?"
    Elena: "Oh, scusa, me ne ero dimenticata. Vuoi entrare?"
    Jane, una volta entrata, osservò in tutta la sua bellezza il pensionato dei Salvatore. Era affascinata dalla sua storia e dalla bellezza dell' arredamento. Nella stanza che poi portava al soggiorno, c'era un pianoforte nero, e Jane non potè fare a meno di guardarlo e sorridere. Le mancava suonare il piano, le mancava la sua ninnananna. La sua attenzione fu attirata dalla voce di una persona che non conosceva, o meglio, che non conosceva di persona. Aveva visto tante volte quel viso nei ricordi di Damon, e ogni volta c'era rancore accompagnato a quella voce. Stefan Salvatore era in piedi, e guardava tutti e tre, soffermandosi un secondo in più su Elena.
    Elena: "Jane, lui è.."
    Jane: "Stefan Salvatore, fratello di Damon, anche lui vampiro trasformato dalla ragazza che amavano entrambi, Katherine Pierce. Si nutre solo di animali."
    Stefan: "Wow. Sei un' enciclopedia?"
    Jane:" Diciamo che Damon lo è. Lasca che ti dia un consiglio. Il santo e il vampiro non possono mai essere la stessa persona."
    Stefan: "Oh.. Ok. E tu sei.."
    Damon: "Ah, non ti ho mai parlato di lei, ne ho intenzione di farlo adesso."
    Elena: "Jane Houston.. È una storia lunga.. Te la racconto dopo semmai."
    Si diressero tutti e tre in cucina, mentre Stefan usciva per andare da Jeremy. Una volta accomodati sulle comode poltrone, e dopo che Damon si riempì un bicchiere di Rum, Elena cercò di iniziare un discorso.
    Elena: "Cosa hai fatto tutti questi anni?"
    Jane: "Oh, niente di che.. Dai miei ogni volta che potevo, di nascosto naturalmente. Poi andavo un pò in giro nelle cittadine dove avevo una famiglia soggiogata che mi amava tanto. E poi divertimento, divertimento, divertimento."
    Damon:" Divertimento. Però, beata te."
    Jane: "Non sembravi molto depresso, Damon, quando stavi con la biondina."
    Per fare un dispetto a Damon, la Jane quasi vendicativa fece fluttuare il Rum nel bicchiere di Damon, che si muoveva come un serpente, e Jane lo bevve come se stesse mangiando un biscotto. Damon rimase sgomento, più che altro dall' affronto di Jane.
    Damon:" A quanto vedo i tuoi poteri sono rimasti."
    Jane:" E sono cresciuti moltissimo, Damon. Vuoi una prova?"
    Improvvisamente le tende della grande finestra del salone si aprirono, e la luce solare entrò, facendo chiudere a Damon gli occhi. Stava per andare a sedersi, ma non riusciva più a muoversi, nonostante ci provasse, non muoveva un muscolo.
    Damon: " Ma che...?"
    Poi, l' anello di lapislazzuli, pian pano si sfilò senza che nessuno lo toccasse, e cadde a terra. Damon cominciò a urlare per il dolore, il sole gli stava bruciando la schiena. Poi, improvvisamente, l' anello tornò al dito di Damon, e riuscì a muoversi liberamente. Subito dopo, il fuoco del camino, l' acqua del rubinetto, le piante vicino alla finestra, e un vento che non proveniva da nessuna finestra aperta, si mossero verso Damon circondandolo, creando degli effetti paradisiaci. E tutto, così come era iniziato, finì.
    Jane:" E questo è niente a confronto a quello che potrei fare davvero."
    La ragazza sbarrò gli occhi e si alzò in piedi, guardandosi attorno.
    Elena: "Cosa c'è?"
    Era strana. Anzi, molto di più; era spaventata. Chiuse gli occhi concentrandosi e tirò un lungo sospiro. Poi sparì all' improvviso, e si sentirono dei rumori provenire dalla stanza di Damon. Il vampiro con uno scattò arrivo in camera sua, e vide tutti i libri della sua libreria gettati a terra come se ci fosse stato un terremoto, e una Jane furiosa come non l' aveva mai vista con i canini appuntiti scoperti, e le vene viola intorno agli occhi. Andò verso di lui con rabbia, facendogli capire che in qualche modo era cambiata.
    Jane: "Dov'è il mio diario??"



    CAPITOLO 8 Her diary is her soul

    La risata di una ragazza stupenda era sentita in lontananza dagli abitanti. Essa era in compagnia di un ragazzo anche lui molto affascinante, e insieme ridevano e scherzavano. "Non puoi battermi in questo gioco!" Gridò la ragazza verso di lui. Lei correva ai margini del lago, e il ragazzo dietro di lei era completamente bagnato; ogni cinque passi circa, degli strani serpenti d' acqua si abbattevano su di lui, bagnandolo completamente. Il ragazzo dai capelli neri che molte in quel paesino desideravano, cadde a terra ridendo. La bellissima ragazza lo aiutò ad alzarsi, e si udì l' uomo sussurrarle: "Posso baciarla, signorina Houston?". Lei lo baciò suscitando l' invidia di tutte le ragazze che curiosavano...

    Damon, guardando quel mostro che gli stava davanti con i canini scoperti e gli occhi rossi pieni di rabbia, non vedeva più quella bella ragazza che aveva baciato per la prima volta al lago. Era così diversa, a cominciare dalle meches blu elettrico. Era cambiara, era più cinica, più come Damon un tempo. Era sempre stata una ragazza lunatica, ma i suoi cambiamenti d' umore erano rari, quasi impercettibili. Ora il suo umore cambiava dall' affetto alla furia, dai sorrisi sinceri ai sorrisi malvagi. E guardandola negli occhi, non potè fare a meno di ricordare quell' ultima notte, gli ultimi momenti passati in casa Houston...

    Era morta. E non aveva fatto nulla per salvarla. Con un balzo, Damon arrivò alla finestra della camera di Jane, l' aprì ed entrò. Le lacrime scendevano copiose dai suoi occhi, e non osò nè fermarle, nè asciugarle. Si guardò intorno, respirò il suo profumo per l' ultima volta, poi se ne sarebbe andato per non tornare mai più a casa Houston. Decise che avrebbe preso un oggetto che era appartenuto a lei. Non voleva perdere i ricordi, non voleva dimenticarla nemmeno per un instante. Si diresse verso la sua scrivania e l' aprì. Una foto di lei catturò la sua attenzione; era stata fatta il giorno del suo compleanno, e la ritraeva bella e sorridente. La prese con sè e la mise in tasca. Poi all' imporovviso sentì dei passi provenire dal piano di sotto, e in un secondo fu sul tetto. Accorgendosi che suo padre stava per affacciarsi alla finestra, Damon fece quattro passi indietro, e sentì qualcosa urtargli la nuca. Si girò di scatto, e vide uno strano libro sospeso in aria, coperto da uno strato d' aria che impediva alla pioggia di bagnarlo. Provò a toccarlo e immediatamente lo invase una sensazione di calore. era sicuramente di Jane, e aveva il suo odore, il suo profumo. Prendendolo, lo aprì alla prima pagina, dove una calligrafia sottile ed elegante rivelava che quello era il diario di Jane. Non sapendo resistere alla tentazione, prese con sè anche quel diario, che le era appartenuto, e avrebbe conservato quei suoi ricordi scritti, per sempre...

    ..."Dove diavolo è il mio diario???"
    Era sempre più arrabbiata, e rivivendo quei ricordi Damon non riusciva a risponderle.
    Un sibilo fuoriuscì dalla bocca di Jane, e in un millisecondo scaraventò Damon sul muro, conficcandogli successivamente un piede della sedia un una gamba.
    Jane:" Dov'è il mio diario?"
    Damon, sempre più spaventato e sotrdito per il dolore, riuscì solo a tossire sputando sangue. Chi era quel mostro?
    Stefan ed Elena, ancor più spaventati di Damon, si precipitarono nella stanza, ma con la stessa velocità con cui erano entrati, uscirono. Jane pronunciò delle parole sconosciute, e la porta si chiuse. Damon, strappando il piede della sedia dalla sua gamba si alzò velocemente gettando Jane Verso la libreria.
    Damon: "Stai ferma lì."
    Andò verso il comodino del letto, aprì il secondo cassetto, ed estrasse il diario. Andò verso Jane e glielo porse, guardandola negli occhi come guardava suo padre: con rabbia e odio.
    Lentamente, i canini si restrinsero, le vene sparirono, e gli occhi di Jane tornarono verdi, facendola diventare la Jane che Damon un tempo amava. Guardava il diario con orrore e disgusto, e si alzò in piedi.
    Jane: "Perchè ce lo avevi tu?"
    Damon non oò rispondere, ma si limitò a fissare il pavimento.
    Jane: "Perchè avevi il mio diario, Damon??"
    Damon: "Volevo un tuo ricordo, maledizione!"
    Jane:" E hai preso una cosa così personale? L' hai letto tutto??"
    Damon: "Senti, è stato un caso. Sono andato sul tetto di casa tua e ci ho sbattuto la testa contro. Non l ho mai letto. Ho solo letto l' ultima pagina, datata.. Datata la tua ultima notte da umana."
    Jane tirò un respiro di sollievo, e si lasciò cadere sul letto.
    Damon:" Potresti rimettere a posto, almeno?"
    Jane si mise a sedere, e guardò i libri a terra. Con uno schiocco di dita, i libri tornarono immediatamente al loro posto.
    Damon:" Come facevi a sapere che il tuo diario era qui?"
    Jane:" Come avrai notato, Damon, ho fatto qualche incantesimo al mio diario. Il primo: era protetto da un campo di forza molto forte. Così nessuno lo avrebbe preso. Il secondo: ha il mio profumo in tutte le pagine, come se gli spruzzassi la fragranza ogni giorno. Il terzo: ho una specie di legame, quando è vicino, riesco a sentirne la presenza. Tutte le sere veniva in camera mia fluttuando, perchè era come se io lo chiamassi. Ho sentito la sua presenza, tutto qui."
    Damon:" Ma io sono riuscito a prenderlo.. Perchè?"
    Jane:"Perchè si fidava di te, suppongo. Inoltre ero morta, quindi non eravamo più tanto legati. Era diventato un diario qualunque."
    Damon le si avvicinò accarezzandola, e si sedette vicino a lei, cingendole la vita.
    Jane:" Scusa se ho perso il controllo."
    Damon:"Figurati. Mi vendicherò un giorno. Ma toglimi una curiosità.. Cosa c'è in quel diario che non devo sapere?"
    Jane:"Hai detto bene Damon, non lo devi sapere. Bene, ora calmiamo Elena e Stefan. Mi è dispiaciuto buttarli fuori così."
    Si alzò e andò ad aprire la porta. Elena e Stefan entrarono, e non erano arrabbiati; erano impauriti.
    Jane: "Oh, tranquilli, tutto passato."
    Elena: "Bene. Io vorrei uscire, ma.."
    Stefan:" Ma Klaus potrebbe essere ovunque, e anche se ha spezzato la maledizione vuole darti la caccia."
    Jane: "Potresti uscire, con un campo di forza attorno a te."
    Stefan:" Dimostrami che questo campo di forza la difenderà."
    Jane sorrise accogliendo la sfida, improvvisamente il paletto che aveva colpito Damon, si diresse verso Elena, puntando al cuore. Elena rimase immobile e chiuse gli occhi. Il paletto si fermò a circa venti centimetri di distanza dal cuore, e cadde a terra.
    Jane:"Niente può toccarla, se non lo vuole lei, o non lo decido io."
    Stefan guardava Jane con un misto di stima e ammirazione.
    Elena:" Ok allora. Ti propongo un accordo. Tu mi difendi, e in cambio potrai abitare qui, e rimanere con noi. Farai parte della famiglia."
    Jane: "Ci sto. Vado a scegliere la camera, e chiamo Margaret per dirle che mi trasferisco qui, così mi porta i bagagli."
    Si diresse verso il soggiorno a prendere il cellulare, e Damon la seguì a ruota.
    Mentre componeva il numero, la vampira di affacciò dalla finestra. Era già sera, e la giornata era passata in fretta. Notò per la prima volta, che la luna piena era alta nel cielo.
    Jane: "La notte dei lupi mannari." disse sorridendo.
    Damon: "Sai anche dei lupi mannari ora?"
    Jane:" Bello, stupido Damon. Come credi che avesse fatto mio padre a sapere di te alla prima occhiata?"
    Damon: "O mio Dio."
    Jane: "Esatto, Damon, mio padre era un lupo mannaro."
    Uno strano bagliore le illuminò gli occhi, come se avesse altri affascinanti segreti incatenati alla sua anima vampira ed eterna.
     
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  2. Yami* Genevieve;
     
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    CAPITOLO 9 I hate Claire because she hates me.


    ..."Claire, Claire! Aspettami!". "Cosa vuoi adesso, eh? Rinfacciarmi che sei la figlia Houston più bella e più fortunata?" La ragazzina che stava piangendo disperatamente urlò contro la sorella. Erano così diverse nonostante fossero sorelle. Claire Houston era carina, occhi verdi e capelli di un castano chiaro, che alla luce del sole diventavano quasi biondi. Poi c' era Jane, una ragazza bellissima, dai capelli castani e gli occhi di un verde smeraldo. Aveva sempre avuto qualcosa in più di Claire, e per questo era odiata a morte dalla sorella. La differenza tra le due era nel carattere. Claire era cattiva, vanitosa e infantile, al contrario di Jane che era buona, generosa e sorridente con tutti. Claire ha iniziato ad odiare Jane quando ha capito che non aveva ereditato i poteri di strega come la sorella, e infatti la invidiava. Jane, nonostante tutto, le ha sempre voluto bene, anche quando in lacrime le confessò di volerla morta. E da quando Jane conosceva Damon, da quando passava intere giornate con lui, da quando li aveva visti baciarsi, l' odio di Claire per Jane crebbe a dismisura, fino a scoppiare. Jane in fondo sapeva che la sorella aveva un debole per il giovane vampiro, ma era affacinata da lui, e lo amava. Quella sera, Claire aveva assistito alla romantica scena tra i due, e se ne era andata piangendo. Jane sentendola le era andata dietro.
    Jane: "Oh Claire smettila con questa storia. Tu sei bellissima, e un giorno troverai colui che ti ame.."
    Claire: "Non lo troverò mai!! Perchè ogni maledetto uomo che vuole conoscermi, finisce per innamorarsi di te! Non ne posso più, prima Frank, ora Damon!"
    Jane: "Frank non mi è mai piaciuto, tu lo sai. Damon.. Damon è diverso, io di lui sono innamorata davvero!"
    Claire: "Anche io lo sono, sorella."
    Jane: "No, tu sei invaghita, non hai idea di cosa sia l' amore."
    Claire: "Jane?"
    Forse non era così cattiva come pensava, forse stava cambiando, forse stava capendo..
    Jane:" Si, Claire?"
    Claire: "Spero solo tu muoia presto. Spero ti capiti qualcosa di terribile che riesca a togliere dalla tua bella faccia quel sorriso che fa innamorare."
    Distrutta da quelle parole, Jane si avviò a passo svelto verso la porta, e si fermò, mantenedosi alla poltrona, non riuscendo più a respirare. Quando il respiro tornò regolare, Jane si girò verso Claire.
    Jane: "Tu sai che morirò presto, Claire. Quindi sorridi come solo tu sai fare."...

    Damon continuava a chiamarla, ma lei non rispondeva. Continuava a guardare la luna piena come stregata e non scollava gli occhi da dosso quella sfera così misteriosa.
    Damon: "Jane??"
    Jane tornò in sè, perdendo quella strana luce che aveva negli occhi mentre osservava la luna. In quell' istante, Damon capì che aveva davvero paura per Jane. Lei gli prese la mano, facendo capire a Damon che voleva sapere cosa stesse pensando.
    Jane:" No Damon, non sono un ibrido come Klaus. Ma posso diventarlo. Mio padre era un lupo mannaro, per sbaglio uccise un uomo in un incidente. Una sera ci fece osservare la luna piena, prima che si trasformasse. Claire odiava guardare la luna e le stelle, ma io.. Io rimasi incantata per la prima volta mentre la guardavo. Era diversa, più bella, mi rendeva più potente. I miei poteri aumentavano, ero capace di fare cose mai viste. Così mio padre capì che io avevo addosso la maledizione, e mia sorella no. E questo è un altro motivo per cui Claire mi odiava. Oltre ad avere i poteri magici, ad essere la preferita Houston di tutta Mystic Falls, ero anche una lupa."
    Damon: "Perchè mi hai impedito di guarirti? Non ti avrei trasformata, ti avrei solo guarita. Perchè?"
    Jane: "Sarei guarita dalla ferita, Damon. Ma si sa, la perfezione non esiste. Infatti io, che ero considerata la perfezione, ero l' imperfetta tra le creature. Savo morendo, Damon."
    Damon: "Cosa? In che senso?"
    Jane: "Tumore ai polmoni, maligno, in fase terminale. Avrei potuto fare qualcosa con i miei poteri per guarirmi, ma la voce si era sparsa troppo i fretta, e una guarigione improvvisa non era certo una cosa da niente."
    Damon: "Tumore? Perchè non me lo hai detto?"
    Jane: "Perchè avrei dovuto? Non volevo essere un vampiro, Damon. Avevo su di me il peso di una maledizione, non ne volevo un' altra. Avrei accumulato troppo potere. La stessa ragazza che è strega, vampira e lupa? Innaturale, non è nell' equilibrio."
    Damon: "Quindi, non sei..?"
    Jane: "Un lupo? No, promisi a mio padre che non avrei scatenato la maledizione. Infatti non ho mai ucciso un umano. Mi nutrivo di due umani come se mi nutrissi di uno solo uccidendolo."
    Damon: "E Claire.. Sapeva di te?"
    Jane: "Non ha versato una lacrima quando sono morta. Ne ha versate troppe di rabbia quando sono tornata. Ora mi invidiava il fatto che sarei stata giovane e bella per sempre. Mi nutrii di lei èer diventare vampira. Non capivo cosa mi stesse succedendo. Ricordo solo che la odiavo come lei odiava me, perchè lei era umana e senza pensieri, mentre io ero piena di responsabilità. Le presi il braccio e le succhiai il sangue, riducendola in fin di vita. Le diedi un pò del mio sangue per guarirla."
    Damon: "E sai dov'è adesso?"
    Jane: "No. So solo che si è sposata per convenienza con un uomo vedovo e con due figli. Non ho saputo più niente di lei, nè voglio saperlo. Non esiste più la Jane che amava sua sorella. La nuova Jane odia Claire perchè la odiava. La uccideo se l' avessi davanti. Anzi, ucciderei chiunque solo per farmi odiare di più. Mi presenterei a casa sua sottoforma di lupo, così da ricordarle che io sono la Houston buona, quella che merita la stima delle persone."
    Guardò di nuovo la luna e espose i canini appuntiti.
    Jane: "È così stupido! Ogni fottutissima luna piena divento così nervosa e.. E come Claire!"
    Damon: "Tra un pò sarà tutto passato. Ora vai a dormire, dai."
    Jane guardò il vampiro che tanto amava negli occhi, e gli si avvicinò ad occhi chiusi. Ma, invece di baciarlo sulla bocca, come Damon sperava, gli diede un bacio sulla guancia, segno che lo amava, ma non riusciva ancora a dimostrarlo." Con uno scatto sparì, lasciando Damon con occhi sognanti.
    Damon: "Buona notte, Elena."
    Elena comparve da dietro l' anta della porta, con lo sguardo scusante per aver origliato.
    Elena: "Scusa.. Non ho potuto non sentire."
    Damon: "Fa niente, così mi sarei risparmiato la tua faccia quando te lo avrei detto. Ora vado, buona notte."
    Elena: "Buona notte, Signor Salvatore."
    Damon andò lentamente in camera, stanco dopo una giornata che nemmeno lui sapeva descrivere. Il giorno prima piangeva per lei, oggi se la ritrovava sorridente e a raccontargli la sua vita. Entrò in camera sua, e mentre chiudeva la porta, notò una figura seduta sul davanzale della finestra, intenta ad ossevare la luna. Un libro era sospero vicino la sua testa.
    Damon: "Jane?"
    Jane: "Posso rimanere qui, a guardare la luna? È così bella."
    Damon: "Certo, se vuoi puoi anche dormire qui. Per me non c'è problema."
    Le si avvicinò lentamente, quasi temesse fuggisse via e le accarezzò la guancia. Jane si alzò in piedi e lo guardò negli occhi.
    Damon: "Posso baciarla, signorina Houston?"
    Le si avvicinava sempre di più, sempre di più.
    Jane: "No, signor Salvatore."
    Damon, imbarazzato, si allontanò da lei.
    Jane: "La storia si ripete. L' altra volta ti ho baciato io, perchè ora dovrebbe essere diverso?"
    Si avvicinò al vampiro che tanto a lungo aveva amato senza mai dimenticare, e lo baciò sulle labbra, sentendosi, dopo quarant' anni, l' umana Jane Houston.
     
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  3. always‚
     
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    Il Rhum vince sempre <3
    E l'idea del cervello come pagine e libro è affascinante!
    CITAZIONE
    a base di Ruhm e sangue B positivo

    Un cervello fatto di pagine ed inchiostro.

    Questa mi sembra molto rapporto Lily e Petunia
    CITAZIONE
    Claire mi odia per questo, perchè lei non ha i poteri, io si. Le voglio bene, ma il mio orgoglio mi impedisce di dirglierlo, forse perchè lei non capirà mai fino in fondo..

    e questa è tipica del libro; me lo ricorda tantissimo (:
    CITAZIONE
    i diresse al pc, e, una volta connessa a internet, sul motore di ricerca scrisse: Streghe druide

    Sfatiamo il mito di Katherine!!! <3
    CITAZIONE
    La ragazza che le stava di fronte era tra le creature più belle che Damon avesse mai visto in 100 anni di vita. Si, era perfino più bella di Katherine.

    Non è Delena! Non è Delena!! Ahahah! Me gusta assai, che per una volta Damon ami qualcuno di nuovo *--* me gusta sìsì
    CITAZIONE
    Smise di cercare e si volto verso Elena. La guardò, per la prima volta da quando si conoscevano, con sguardo di vero odio. In un secondo fu di fronte a lei, i canini appuntiti scoperti verso di lei.
    Damon: "Dammi il diario, Elena. SUBITO."
    Elena:" Damon, cosa.. cosa c'è? Quale diario?"
    Damon: "Dammi il diario di Jane."
    Elena: "Chi è Jane? Non ce l ho io quel diario maledizione!"

    e questo fa tanto harry potter! ps 18 Aprile! Compie gli anni mio fratello!
    CITAZIONE
    Jane Houston
    20 Marzo 1939 - 18 Aprile 1961
    Saprai dominare anche la morte.

    Ommamma, ma questa Jane è un demonio rispetto a Kath! Figa!
    Sono arrivata al 7 capitolo, domani continuo Mi piace sai? Ti prego di scusare il fatto che nessuno ti abbia commentato, io per prima.
    Ti voglio spronare a continuare! Davvero, mi fai piacere di più tvd che come anche la mars sa, io non stravedo, per i libri sì ma il telefilm lo sto trascurando ... xD

    Grazie di condividerle con noi
     
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  4. always‚
     
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    oooooooooook ho finito tutti i tuoi capitoli postati (: Cacchio questa Jane le ha proprio tutte! vampiro-lupo.strega ... eh se non dovesse resistere? Come potrebbe ridursi?!
    Chissà come la porterai avanti ...
    Se lo farai io continuerò a leggere u.ù
     
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  5. Yami* Genevieve;
     
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    xD ahah mi piace molto l' idea di un personaggio che abbia tutti i poteri dentro di sè : ) Continuerò presto, anche perchè ho in mente un piccolo colpo di scena.. muhahaha :3
     
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  6. always‚
     
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    benebene, io aspetto allora <3
     
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  7. cëce
     
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    anche io *w* mi piace troppo questa tua FF!
     
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  8. Yami* Genevieve;
     
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    xD ci sto lavorando. Sto vedendo bene cosa far accadere. Yeah ù_ù avrete Kalus in qVesto capitolo. ; )
     
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  9. Yami* Genevieve;
     
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    CAPITOLO 10 She's an angel, but her soul is black

    ..Si sentì un rumore assordante, e Damon si svegliò di soprassalto. Un urlo, e successivamente un ringhio. Spaventato, Damon scese di sotto silenziosamente, e ciò che vide lo fece rimanere sotto shock.
    Elena era contro il muro e piangeva. A pochi passi da lei, Jane.
    Era una Jane diversa, aveva i canini scoperti e le vene sotto gli occhi. Damon notò qualcosa che di muoveva dietro la sua schiena, come una corda.
    Ma non era una corda, era la sua coda.
    La ragazza ringhiò e urlò verso Elena.
    "Katherine, è un vero piacere conoscerti! Così posso ucciderti come avrei sempre voluto fare!"
    Katherine? No, non era lei. Era Elena, Damon lo sapeva per certo. Poi Katherine scoprì i canini a sua volta, e il vampiro capì che le cose si stavano volgendo al peggio.
    Jane ringhiò, balzò contro Katherine, e in un secondo divenne una possente lupa nera e con gli occhi color smeraldo. I brandelli dei suoi vestiti a terra erano ricoperti di sangue.
    Jane saltò addosso a Katherine e cominciò a morderla, mentre la vampira urlava per il dolore, e per la morte prossima. Quando il corpo di Katherine non si mosse più, Jane, con il muso canino fatto di sangue, guardò con sguardo truce Damon, e gli si lanciò addosso...

    Si alzò di scatto con la fronte sudata e spaventato. Era un sogno. Un fottutissimo sogno, maledizione. Si lasciò andare sul letto respirando a fatica, e notò Jane seduta sulla poltrona che stava limando le unghie.
    "Brutti sogni, Damon?" Fece un sorriso beffardo.
    "Vaffanculo, Jane. Ti prego, non potresti farmi sognare un prato verde con un fiume e gli uccellini che cantano?" Lei lo guardò e smise di limarsi le unghie.
    "Veramente io non hotoccato la tua mente, hai fatto tutto tu.. E poi parlavi nel sonno, dicevi cose tipo 'Non è Katherine. Oh Dio, è una lupa! Nooo! NOOO!'.. Haha facevi ridere un pò, sai?" . Damon si alzò dal letto e andò in bagno per lavare la faccia, sperando di dimenticare quel sogno.
    "Ti dona la coda, sai? Un paio di orecchie e potevi sembare una Mew-Mew."
    "Oh, grazie, Damon. Comunque, vestiti, devi aiutarmi a portare i bagagli qui e devo fare acquisti."
    Oh, perfetto. Acquisti per una donna significa buste e buste e ancora buste.
    "Ok, ma non renderla un esperienza troppo traumatica. Però, pensandoci bene, perchè non vai con Elena?"
    "Perchè voglio dare fastidio a te". Jane si alzò e si diresse verso Damon, abbracciandolo da dietro e poggiando la testa sulla sua schiena. Damon si girò e l' abbracciò, dandole un bacio sulla fronte. "Ok, dieci minuti e sono pronto."
    "Tesoro, sei un vampiro, ti muovi velocissimo. Due minuti dovrebbero bastarti!". Poi, un pantalone nero e una maglia a maniche corte nera fluttuarono verso di lui. Damon guardò prima i vestiti, poi Jane. Opera sua, ovvio. in circa trenta secondi si vestì, e si pettinò.
    "Andiamo, piccola strega bastarda."
    Jane rise e si diresse in macchina. "Ok Mr. Salvatore. Prima tappa: Vecchia casa presa soggiogando la padrona."
    Dopo circa cinque minuti arrivarono ad una casetta molto carina, color panna, con le finestre bianche. Tutte, tranne una, che era nera e con i vetri scuri. Jane scese dall' auto e si diresse alla porta, suonò il campanello, e una ragazza di circa trent' anni, bassina e con i capelli biondi, con le meches verdi le aprì la porta. "Hey ciao! Sono venuta a prendere le mie cose, mi trasferisco." La ragazza, grande amica di Jane, guardò Damon e subito volle informarsi.
    "Ooooh, dimmi la verità: ti sposi con quel tipo che ti ha accompagnata e ti trasferisci da lui?"
    "Sbagliato! Mi trasferisco da loro per proteggere Elena, che è una doppelganger e tutti vogliono ucciderla. Io sono una strega potente e posso poteggerla. Ma tu questo, non lo dirai a nessuno." L' ultima frase la disse guardando la ragazza negli occhi soggiogandola. "Non lo dirò a nessuno" rispose lei incantata. "Damon, vieni con me di sopra? Sai, non è uno scatolone solo.." Damon salutò la ragazza e si diresse al piano superiore, e entrò in una stanza che sembrava non appartenere a quella casa. Aveva le pareti nere, le tende nere, il copriletto nero. Tutto, in quella camera, era nero. Sopra la scrivania c'era una mensola con alcuni libri dall' aria molto antica. Lesse i titoli: libri di magia. Magia nera. Questo non andava bene.
    "Come mai è tutto così.. NERO in questa stanza?"
    Jane, indaffarata a buttare tutti i suoi vestiti (neri, naturalmente) nello scatolone, sembrò non sentirlo, ma rispose.
    "Non ne ho idea, sai? Adoro il nero, è così misterioso.. E mi rispecchia tanto. Lo sapevi che le donne che avevano un gatto nero erano considerate streghe? Il nero fa parte di noi. Fa parte di me. Posso sembrare una tipa metal, dark, considerando come mi trucco, vesto, da come ho i capelli, i pearcing e il mio tatuaggio. Ma non me ne frega niente. Mi piace così."
    "Aspetta un attimo.. Dei pearcing e del tatuaggio non so niente." Jane si tolse la maglia e scoprì le spalle. Aveva un bellissimo tatuaggio di ali nere che le prendeva tutte le spalle. Poi si diresse alla scrivania, aprì un cassettò e prese qualcosa. Si girò, e nel giro di un minuto si girò, mostrando a Damon il pearcing al naso, alle orecchie, al sopracciglio, alla lingua e al labbro inferiore. poi alzò la maglia e mostrò anche quello che aveva all' ombelico.
    Damon era a dir poco shockato. La Jane che amava vestirsi di bianco e con colori chiari, oggi era praticamente una punk?
    "Oh. Bene, per prima cosa, via quei pearcing, specialmente alla lingua, al labbro e al sopracciglio. Anche al naso devi toglierlo. Sembri fatta più di ferro che di carne." . Jane scoppiò a ridere, e tolse il pearcing alla lingua.
    "Quello alla lingua non lo mettevo quasi mai.. Sai.. quando bevevo dava un pò fastidio. Quello al soppracciglio ok, lo tolgo. E anche quello al labbro. Ma al naso e all' ombelico rimane, ok?" Damon non rispose, si limitò a prendere i libri di magia nera e a metterli nella scatola. Jane fece uno scatto, e gli strappò il libro da mano. "Questi non toccarli, perfavore." Cosa le stava succedendo? Perchè tanti misteri?
    "Magia nera? Cosa ti salta in quella testaccia?" Jane gettò i libri nello scatolone con rabbia e si rivolse a Damon: "Stammi a sentire bello. Per quarant anni sono stata praticamente una 'Depressa'. Ora vieni qui e mi imponi di togliere i pearcing, mi chiedi perchè della magia nera. Vuoi sapere perchè oratico magia nera? Perchè sono troppo potente per quella bianca. Perchè quella nera è più utile, cazzo." Con un gesto delle mani tutte le sue cose, i suoi vestiti, i suoi trucchi, si distribuirono alla rinfusa negli scatoloni. Questi si chiusero e fluttuarono verso il cofano dell' auto. Uscì dalla stanza, ma Damon la fermò. "Senti, non ne so molto, ma la magia nera è pericolosa. Voglio solo la Jane che amavo." Lei si divincolò dalla sua presa: "Quella Jane è morta. Fattene una ragione" Scese di sotto, salutò la sua amica e si infilò in macchina. Damon la raggiunse. "Prossima tappa?" Jane guardava fuori dal finestrino, era pensierosa. Poi alzò di scatto la testa verso la finestra nera, e con un gesto della mano chiamò a sè un libro, che fluttuando uscì dalla finestra. Lo nascose sotto gli altri libri, ma Damon fece in tempo a leggere il titolo: 'Magia Nera: Trasformare mostri in umani.' Si stava preoccupando per davvero. "Shopping. C'è un porticato di negozi. Andremo lì." Altri dieci minuti, ed eccoli ai porticati. Cominciarono a camminare, Damon voleva sapere di più su quel libro. Jane si fermò come paralizzata davanti ad una vetrina. Aveva gli occhi che le luccicavano e sorrideva. Damon guardò insieme a lei, e vide qualcosa che decisamente lo mise in imbarazzo.
    La vetrina di un atelier di vestiti da sposa.
    "Oddio Damon, guarda questo che bello. Nero sarebbe ancor più bello."
    Lui non sopportava di tenerle il broncio, così cominciò a scherzare. "Oh Dio, anche i vestiti da sposa li vuoi neri? Tu sei matta. Bianco secondo me è perfetto." Il vestito più bello che entrambi avessero mai visto: stile principesco, senza spalline. Aveva un fiocchetto sul busto, e aveva delle curvature sulla parte inferiore. Mentre Jane era impegnata a guardare il vestito, Damon notò che le due commesse stavano discutendo animamente. Una delle due, con le mani fra i capelli, si girò, e vide Jane. Immediatament sorride, e disse qualcosa alla ragazza affianco. Si precipitò fuori con passo goffo, e si rivolse proprio a loro due. "Ehm.. Mi scusi, signorina?". Jane sorrise alla donna chiedendo gentilmente cosa volesse. "Può venire dentro? Ne va letteralmente della mia vita. La prego." Con un pò di imbarazzo, Jane accettò ed entrò nell' atelier con Damon. La signora si sedette alla sedia della scrivania e giunse le mani."Bene, le dirò chiaramente e con poche parole perchè l' ho invitata ad entrare. Tra quattro giorni si sposerà una ragazza alquanto dispettosa e con la puzza sotto il naso. Questa tipa odiosa ha ordinato il vestito da noi. Ora, purtoppo la mia assistente sbadata ha strappato per sbaglio il vestito in un punto, e se quella strega lo viene a sapere per noi sono guai. Ora, ho notato che lei ha il fisico perfetto per portare quel vestito il tempo necessario per ripararlo. Se, perfavore, vuole aiutarci, siamo disperate." Jane si sentiva in imbarazzo, ma anche affascinata. "Oh, certo, con piacere." L' assistente andò di sopra con Jane, e Damon rimase di sotto con la donna. Lei gli sorrise con sguardo materno, e si sedette sulla scrivania. "È una ragazza molto gentile. È fortunato ad averla come moglie." .
    "Oh, ma non è mia moglie.. È... Una mia amica!"
    "Oh, mi scusi, è che vi vedevo così.. Innamorati. Ma vabbè, scusi ancora per la gaffe. Però se posso permettermi.. Anche se non siete sposati, vedo una grande attrazione fisica, e anche tanto amore!"
    "Oh, forse.. Io, non saprei. Diciamo che siamo dei fidanzati che si sono ritrovati dopo tanto tempo."
    La dona si mise in piedi, e andò a sedersi al computer, cominciando scrivere eseguendo chissà quale lavoro. Dopo circa mezz ora, ecco udire dei passi provenienti dal piano di sopra. Sempre più vicini. Ed ecco lo spettacolo più bello alla quale Damon abbia mai assistito.
    Jane, i lunghi capelli sulle spalle, scendeva con il vestito da sposa addosso. se la immaginò andare all' altare, e fu una visione sublime. La donna si alzò felice in piedi, facendo i complimenti a Jane, e a quanto le stesse bene quel vestito.
    "Oh, Santo Cielo cara, ma sei fantastica! Ottimo lavoro, Giudy, davvero ottimo. Oh, signorina, questo vestito sta meglio a lei che a quella strega."
    Damon? Damon non parlava, nè si muoveva. Semplicemente non riusciva a muoversi, tanto era incantato da quell' angelica visione. Jane si voltò verso di lui, e studiando l' espressione di Damon, scoppiò a ridere. Poi gli si avvicinò, gli diede un bacio candido sulla guancia, e tornò di sopra con Giudy, per togliere il vestito.
    "Era o non era semplicemente perfetta??" La signora tornò contenta al computer, scrivendo velocemente al computer. Dopo un quarto d'ora, Jane e Damon salutarono le due donne e tornarono per strada. Visitarono negozi e negozi, e ogni tanto Jane si soffermava a guardare Damon, che ancora pensava a lei con quel vestito. Tornarono a casa, e Jane, con tutti i suoi scatoloni fluttuanti dietro di lei, si diresse in una delle sei stanze da letto per gli ospiti. "Ehm.. Jane?" Damon le andò dietro, osservandola mentre con la magia sistemava le sue cose.
    "Dimmi, ragazzo sconvolto." rispose. "Che ne dici di stabilirti in camera mia?" poi, ripensando alle parole di Jane: "aspetta.. Perchè ragazzo sconvolto?"
    Jane rise, si sedette sul letto. "Beh, da come mi guardavi all' atelier, vestita da sposa, sconvolto è poco. Comunque, preferisco stare qui. Si vede bene la luna, è una camera grande abbastanza per tutte le mie cose. Ma qualche volta potrei venire a trovarti." Si alzò e gli si avvicinò. Abbracciò Damon, posando l' orecchio sul cuore del vampiro, che oramai non batteva più da tempo. Lui ricambiò l' abbraccio, poi le prese la testa fra le mani e la baciò. Era un momento magico, dopo quarant anni finalmente le proprie anime stavano dicendo 'Ti amo!'. Non riuscivano a stare lontani, per quanto ci provassero. Anche se Jane era cambiata molto, Damon continuava ad amarla, anche più di prima. E il momento magico finì quando, imbarazzati, si allontanarono a causa di Stefan che era entrato in camera senza bussare. "Damon? Jane? Abbiamo un problema."


    Ed ecco a voi il volto di Jane, e il vestito indossato in questo capitolo



    CAPITOLO 11. The past returns

    Dalla faccia di Stefan, Jane intuì che qualcosa non andava. Guardò Damon, poi posò di nuovo lo sguardo su Stefan che era rimasto sulla soglia, come se avesse intenzione di scappare da un momento all' altro. "Dovete venire giù, è per Elena, e un certo vampiro che non dovrebbe essere qui." Damon e Jane si guardarono, capendo ciò che poteva essere successo, e corsero al piano di sotto. Nell' immenso salone, seduto sulla poltrona con una tazza di thè in mano, Elijah osservava Jane...

    ..."Ciao, Katherine." la ragazza si rivolse alla vampira con fare minaccioso ma al tempo stesso amichevole. Era buio, e della misteriosa ragazza non si vedevano altro che i luminosi occhi verdi illuminati appena dallo spiraglio di luce proveniente dalla piccola finestra. Katherine la osservò, poi sorrise. "Guarda chi si rivede, la piccola Houston. Come stai?" L' altra rise a sua volta. "Come vuoi che stia? Male, come al solito. Ma voglio aiutarti. Sai cosa è successo, e sai che posso esserti utile. Posso distruggerla."
    "E perchè non lo fai? Perchè hai bisogno di me?" chiese Katherine spontaneamente. Non riusciva a capire il perchè della sua visita.
    "Semplice. Lei è più forte di me. Mi serve un anello come quello che hai tu. Devo poter uscire alla luce del sole. So che tu ne hai uno in tasca, ti conosco abbastanza da sapere che hai sempre altre risorse. Dammelo, e saremo... In società."
    Katherine le si avvicinò nel buio, e con l' eleganza che solo lei poteva avere, le rispose: "Cosa ti fa credere che tu ci riuscirai?" La ragazza scoppiò a ridere. "Semplicemente il fatto che io non esiterò ad ucciderla, mentre lei, vedendomi, proverà compassione, sarà gentile come solo quella stupida sa fare. Dammi l' anello, e la ucciderò senza pietà. Non prima di averle fatto passare le pene dell' Inferno.". La ragazza fece due passi in avanti, uscendo dalla penombra, e lo spiraglio di luce della stanza mostrò dei capelli castano chiaro, quasi biondi. "Affare fatto?" Chiese lei.
    "Affate fatto" rispose Katherine.
    Si strinsero la mano in segno di patto, e Claire se ne andò a grandi passi uscendo dalla stanza, con l' anello che Katherine le aveva messo in mano quando strinse la sua. Avrebbe ottenuto la sua vendetta....

    Non appena Jane vide Elijah, scattò vicino ad Elena, che sedeva poco più in là, e creò un campo di forza molto potente. Guardò il vampiro con occhio truce e ringhiò, proprio come un lupo. "No, va tutto bene, davvero." Elena sembrava tranquilla, fin troppo. Jane le controllò il collo, e notò che portava la collana con la verbena. Non era stata soggiogata.
    "No, Elena, non va bene niente. Questo.. COSO è il fratellastro di Klaus, e vorrei ricordarti che Klaus non è nostro amico." Elijah si alzò, calmo, ma un pò offeso per essere stato chiamato 'coso' da lei. "Stammi a sentire per un attimo, mi dispiace per quello che è successo, ma ho capito che ho sbagliato a fidarmi di mio fratello. Non avrei mai dovuto, ma il fatto è che è mio fratello, gli volevo bene, e mi sono fidato. Voglio solo aiutarvi ad ucciderlo."
    Jane capiva bene le parole di Elaijah. Anche lei si era fidata sempre di Claire, nonostante lei l' abbia sempre odiata. Ma ora era cambiata, se l' avesse avuta davanti le avrebbe staccato la testa senza pensarci. Scese dalle nuvole, e decise di parlare con Elijah. In fondo aveva ragione; era Klaus il nemico.
    "Cosa sei venuto a fare qui?" chiese con sguardo e voce ferma, senza far trapelare la sua agitazione.
    "Aiutarvi. Possiamo distruggere Klaus, e credo di sapere come." In quel preciso istante, Damon notò che lo sguardo di Elijah era cambiato, mentre guardava Jane. Forse l' aveva capito, o semplicemente era sempre stata anche la sua idea.
    "Cosa intendi? Spiegati meglio."
    "Mio fratello è un ibrido. La verbena e lo strozzalupo non hanno effetto su di lui. Ma il morso di un altro ibrido? Credo che il veleno di un morso di lupo, mischiato a quello di vampiro diano una possibilità per ucciderlo." Per un attimo Jane non capì cosa intendesse dire, ma poi pian piano le ritornò alla mente quella sera con Damon, quando gli disse che suo padre era un lupo mannaro, e poi tanti anni prima, quando il padre le disse che lei aveva il gene, mentre Claire no. Elijah voleva solo una cosa da lei.
    "Tu vuoi che diventi un lupo? Così sarei un' ibrida anche io? Tu sei pazzo." Si allontanò indignata, ma ciò che le disse Elijah fu come una coltellata nella schiena.
    "Ho incontrato tua sorella trentotto anni fa. Claire Houston, giusto?"
    Jane si girò di scatto, era da tempo che qualcuno non le pronunciava quel nome. Qualcuno che lei non sospettava minimamente potesse conoscerla. "Come conosci Claire? Perchè mi parli di lei?" Sul volto di Elijah comparve un ghigno beffardo. "Stavo seguendo Katherine, doveva pagare, dovevo ucciderla. Claire con una scusa assurda mi salutò e cominciammo a parlare. La soggiogai e mi disse che mi stava distraendo perchè Katherine potesse scappare. Non l' ho uccisa perchè era carina." A quelle parole, il cuore di Jane le saltò in gola. Come faceva a conoscere Katherine, perchè la stava aiutando?
    Ma un altro pensiero si fece strada pian piano nella mente di Jane. "Era un vampiro?" chiese velocemente e senza alzare gli occhi dal pavimento. Per un attimo le mancò il respiro, e Elijah rispose. "Non lo era ancora, ma lavorando per Katherine suppongo che voleva diventarlo. E fidati, Katherine non ha quasi mai schiavette umane."
    "Quindi, tu pensi che lei sia una vampira?"
    "Si, ne sono quasi convinto. E sento che lavora per Klaus, per renderti più vulnerabile."
    "Non ucciderò un umano per far fuori tuo fratello."
    "Umano più, umano meno. Se non fermiamo Klaus, ne ucciderà molti altri, di umani."
    Damon intervenne dopo minuti di silenzio, deciso a dire la sua.
    "Se quello che dice Elijah è vero, la tua amata sorellina verrà presto a salutarti, e quando ti vedrà insieme a me probabilmente invece di abbracciarti ti staccherà il corpo a morsi. Ora, il problema è Klaus. Potremmo trovare qualche signora che non mancherebbe a nessuno, la uccidi, diventi un' ibrido e squarti Klaus. Non è male come idea."
    "Tu vuoi che io, oltre ad essere una strega e una vampira, diventi anche un lupo mannaro?"
    "Beh, non vedo un altro modo."
    "Io invece sì, fidatevi. Risolverò questa situazione senza dover accollarmi un' altra maledizione."
    Elijah si alzò in piedi, e si affacciò alla finestra.
    "Tecnicamente, per te sarebbe un vantaggio. Non dovrai trasformarti durante la luna piena, ma quando vuoi. Inoltre accrescerà ulteriormente i tuoi poteri. Sapevi che il sangue di un ibrido è la cura contro i morsi del lupo mannaro?"
    Damon, Elena e Stefan strabuzzarono gli occhi per la sorpresa. Sapevano che al morso di lupo non c' era rimedio, e quella notizia li lasciò tutti senza parole. Tutti, tranne Jane.
    "Lo avevo immaginato. Il sangue di Klaus possiede gli anticorpi contro il veleno prodotto dal morso del lupo. Non mi trasformerò solo per diventare la farmacia degli stupidi che si fanno mordere."
    "Tu pensaci su." SI avvicinò a Jane e le tese la mano in segno di saluto. Lei gliela strinse, e a bassa voce, in modo che solo lei potesse sentirlo, aggiunse: "La stregoneria non risolverà molto, e lo sai." Detto questo, Elijah se ne andò salutando gli altri, mentre Jane ripensava alle sue parole, e a Claire...

    ...La ragazza dagli occhi verdi era seduto su un divano e sorseggiava del vino rosso del 1980. Di fronte a lei c' era un uomo alto, affascinante, che la guardava.
    "Quando andrai da lei per farle la sorpresa?" chiese lui.
    "Quando meno te lo aspetti troverai il suo cadavere ai tuoi piedi, vedrai."
    Bevve l' ultima goccia di vino, poi chiamò una ragazza impaurita e le tagliò il polso, facendo scorrere il sangue nel bicchiere, poi in un altro che era lì vicino. Li posò sul tavolo e si nutrì di lei fin quando il corpo non cadde a terra, senza vita. Successivamente, riprese il bicchiere e porse l' altro all' uomo.
    "Sei spieta quanto tua sorella, a quanto sembra." disse lui, alzando il bicchere per brindare
    "Fidati, sono molto peggio." I bicchieri tintinnarono, e Claire e Klaus brindarono alla loro nuova amicizia...


    E qui di seguito, la ragazza alla quale mi sono ispirata per Claire Houston : D


    Edited by vodka lemon; - 6/10/2011, 21:16
     
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  10. always‚
     
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    User deleted


    oooh anche tu cerchi i volti per i personaggi delle fanfic?? anch'io lo trovo davvero divertente xD

    Anyway ... in questi telefilm non esistono amori fra fratelli e sorelle ormai xD chissà come prosegue ... vai vai che prende n.n
     
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  11. Yami* Genevieve;
     
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    User deleted


    Beh, si, è molto divertente anche perchè così immagini meglio l' FF nella tua testa :3

    CODICE
    in questi telefilm non esistono amori fra fratelli e sorelle ormai

    Haha beh, avevo pensato che Damon e Jane dovessero avere qualcosa in comune, che nonostante tutto riuscissero a capirsi; e l' odio per il proprio fratello/sorella può aiutare xD
    Sto pensando a cosa far accadere ù.ù ce la metterò tutta :3
    (è la prima ff che dura più di 3 capitoli xD)

    Poi ora TVD è iniziato, quindi posso prendere spunto dalle puntate Yeah : D

    D: OMMIODDIO MA IO HO SALTATO UN CAPITOLO!! Vi posto subito il 10 dove ho postato l' undicesimo capitolo : Dscusate ç_ç
     
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10 replies since 20/5/2011, 18:20   323 views
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