natale a hogwarts

fanfic hp1

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  1. ‚gauloises
     
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    anche se sono da poco passate le feste, spero che con questa fanfic vi si scaldino un pò gli animi, poichè a ogni natale passato, tutti sentiamo una leggera malinconia ^^ :love:

    (Natale a Hogwarts.)
    L’atmosfera natalizia: come non amarla? Soprattutto se si trattava di passare il Natale a Hogwarts, come sarebbe successo a Harry Potter e Ron Weasley. Era tardo pomeriggio quando i due ragazzi dopo una battaglia di palle di neve forsennata, entrarono nella Sala Grande del castello. Harry poteva sentire i propri occhi luccicare dalla sorpresa. Tutti gli insegnanti erano alle prese con abeti giganti portati da Hagrid il guardiacaccia, immersi nelle decorazione, nelle palline, nel vischio, ognuno di loro con il proprio volto trasognato, e arrossato per il caldo che si era condensato grazie ai numerosi camini accesi. Il Professor Vitiuos era intento ad addobbare un altissimo pino con mille candeline colorate, Silente appendeva i calzini sopra i caminetti, Mrs Purr si nascondeva tra le tante decorazione scintillanti, e ogni tanto trovava la pallina giusta da passare a Gazza. Harry rimase piuttosto interdetto sull’ultima scena; dopotutto Gazza così armonioso con il Natale, non ce lo vedeva proprio. I ragazzi potevano sentire in lontananza una debole melodia che richiamava le feste, e scorrendo tutta la tavolata davanti a loro, notarono subito la Professoressa Valiant seduta sulla destra, pronta a passare le palline natalizie alla Professoressa McGrannit. Erano entrambe raggianti, e sorridenti. Ogni tanto la prof di Trasfigurazione rispondeva ad Aline con uno sguardo di disapprovazione; Harry notò che la giovane teneva in mano un rametto di vischio: che la McGrannit non volesse sbaciucchiamenti in giro? I ragazzi al pensiero risero divertiti. Nonostante tutto, sembravano esser molto affiatate. «Chissà» pensò a voce alta Ron «Forse la Valiant è stata una studentessa della McGrannit. » «Potremmo sempre chiederglielo, non trovi?» L’amico rispose con un sorriso. Dopotutto avevano passato tutto il trimestre sui libri, e anche se la Valiant aiutava Raptor durante l’ora di Difesa Contro le Arti Oscure, i due ragazzi non avevano ancora avuto modo di prender tempo, e parlare in separata sede con lei. Sarebbe stato più semplice in quel periodo, con pochi studenti nei paraggi, con un’atmosfera più calda e soave, e soprattutto perché se non lo fai a Natale, quando lo fai? La musica nel frattempo si era fatta più alta e Aline saltò dal tavolo in preda all’euforia. «Dove vai? » Udirono la voce della McGrannit «Qui non abbiamo ancora finito!» La giovane sorrise divertita «Minerva o balli con me, o non se fa niente!» Ron dovette mettersi una mano davanti alla bocca per nascondere una risata mondiale. «Ma per Dio! Aline, non sia mai!» La Valiant si chinò dal ridere. «Troverò un altro cavaliere allora. » Fu Vitiuos a concludere il lavoro con Minerva. Aline percorse in lungo tutta la Sala Grande aiutando chiunque avesse bisogno. Passò dalle parti di Silente e insieme risero per chissà quale storiella, bevve un sorso di Whisky Incendiario con Hagrid, e la videro annaffiare le Stelle Natalizie insieme alla Sprite. Ron e Harry ne approfittarono per fare un paio di partite a scacchi magici. Seduti uno davanti all’altro con la loro fila di pedine bicolore, in tutta calma, serenità e tanto riposo, cosa potevano chiedere di meglio? «Giocate a Scacchi? » Entrambi si voltarono. Aline era china sulla scacchiera, accaldata per il duro lavoro svolto, ma pur sempre ben posata. Furono così presi di sorpresa che nessuno dei due disse nulla. «Io sono una completa frana. Tuo padre, Harry, lui mi mandava su tutte le furie ogni volta che vinceva. » Il ragazzo sorrise incredulo «Conosceva mio padre? » «Beh certo! Stesso anno, casata diversa. » «Come è possibile? » Storse il naso Ron «Io davo per scontato che fosse stata anche lei come la McGrannit, smistata per Grifondoro.» La donna sorrise calorosamente, «E ti dirò di più Ron Weasley,» iniziò puntando un dito affusolato contro il naso paffuto del ragazzo rossino «il Cappello Parlante era indeciso se mandarmi a Corvonero o a Serpeverde. » «SERPEVERDE?!» Gridarono all’unisono i due bambini. Aline non poté non ridere della loro sorpresa. «Ero, e forse sono ancora parecchio ambiziosa. I Serpeverde basano la loro grandezza sull’ambizione, che se non controllata li porta a combinare di tutto per ottenere ciò che vogliono.» Spiegò con calma, come se non fosse già un disastro che avesse rischiato di trovarsi in mezzo a quella gente. «Io lo sono perché voglio migliorare le mie doti di strega. » Concluse osservando Harry nei suoi caldi occhi verdi. «Ma lei è già meravigliosa così! » Esclamò il ragazzo, prima che potesse rendersi conto di ciò che aveva detto. La donna per tutta risposta accolse quella rivelazione come un dono prezioso. «Ti ringrazio Harry. Dopotutto, » ammiccò «sono poi stata smistata tra i Corvonero. E lì non si mente e intelligenza.» Harry sentiva sulla punta della lingua un sacco di domande che fiorivano dal suo cervello giovane e curioso. Avrebbe voluto spararle a raffica per sapere tutto di quella donna tanto amabile. Ancora non credeva possibile che in fondo in fondo Aline avrebbe potuto andare ai Serpeverde. Quella casata non si meritava una persona come lei. Era evidente che il Cappello Parlante avesse preso un granchio e anche bello grosso. Harry era pronto a domandarle dei suoi genitori, chissà quali avventure avevano vissuto insieme e che lui ancora ignorava, ma fu bloccato da un gufo. In picchiata l’animale si assicurò di planare evitando ogni festone appeso sul soffitto, e atterrò esattamente davanti alla Professoressa. «Yela?» Si domandò notando la civetta. «E’ sua questa civetta?» Chiese Ron stupefatto. Era davvero meravigliosa. Non che ne fosse sicuro, ma il ragazzo era convinto d’aver visto di quegli esemplari solo nei manuali della biblioteca della scuola. Doveva essere una civetta di quelle utilizzate dai re d’Inghilterra negli anni passati, al posto dei falchi. L’animale aveva due strisce di piume candide attorno agli occhi, e delle sfumature verdastre su tutto l’addome. Per il resto non si sarebbero sbagliati se l’avessero classificata come una civetta scura, dagli occhi gialli e penetranti. «No, non è mia …» disse Aline molto perplessa. Poi storse il naso. «Lo immaginavo.» «Cosa?» Ron era più curioso del solito e anche se Harry non aveva proferito parola, era smanioso quanto l’amico di sapere chi aveva scritto alla Valiant. «Volevo augurarle Buon Natale,» iniziò a leggere la giovane «e si ricordi per qualunque cosa le servisse, la famiglia Malfoy sarà sempre disponibile per una donna professionale come lei.» Ron e Harry si guardarono inorriditi «Questa si chiama corruzione!» «Malfoy non si smentisce mai.» Esclamarono uno dietro l’altro. Aline sospirò «Questo non è Draco, è suo padre.» Ron alzò un sopracciglio, poi spalancò la bocca nella prospettiva che gli si apriva davanti. «Il padre di Malfoy ha una cotta per lei!» Aline si volse di scatto con occhi sbarrati. «Weasley! Fa silenzio!» Harry la guardò incredulo per quella rivelazione. In fondo tutto poteva essere … La donna si ricompose per evitare sguardi indiscreti da parte dei colleghi. «No Ron, Malfoy è un padre di famiglia, sposato.» Rimarcò l’ultima parola molto pesantemente. «Ma signorina lo sanno tutti che le famiglie dei Purosangue fanno matrimoni combinati!» E ora chi lo fermava più, Ron? «Magari si è sposato controvoglia, e ora pensa solo a lei!» Harry credeva che l’amico stesse esagerando, eppure la Professoressa scoppiò in una gioiosa risata. «Qualunque cosa sia, è stato gentile e disponibile non trovi? » «Se…» fece poco convinto «Però è sempre un Malfoy … Se lei mi aspetta, cresco un altro po’ e poi le scriverò io quelle lettere!» «Ron!» Sbottò Harry. Che diavolo gli era preso, adesso? «Che c’è? Fallo anche tu se non vuoi restare indietro. » Aline sorrise ad entrambi. «Aspetterò anche le vostre lettere se è questo che volete.» Poi prendendo la sua penna dalla tasca si preparò a rispondere. La sua calligrafia, notò Harry era esile, delicata, ed elegante; proprio come lei. «Di solito» riprese mentre scriveva «consegno la posta di persona, ma dato che abbiamo Yela …» Harry non capiva. «I gufi sono i postini dei maghi, » Aline non disse nulla così continuò «Cosa intende con “consegno la posta di persona”?» La donna si morse il labbro, segno che aveva lasciato trapelare troppo. «Niente di importante Harry.» Disse fermamente e il ragazzo fu convinto che non avrebbe ottenuto più alcuna informazione al riguardo. In quel momento, quando ormai ogni decorazione era al suo posto e i preparativi erano quasi terminati, Percy il Prefetto di Grifondoro, li raggiunse al tavolo. «La stanno importunando Professoressa?» Disse ridendo. Ron fece una smorfia di scherno. Lui si era già fatto avanti, alla faccia dei suoi fratelli, altro che importunare! «Sono due bambini parecchio curiosi, non posso negarlo» rispose accarezzando i capelli arruffati di Harry. Aveva una mano morbida e delicata. «ma sono adorabili.» «Le volevo mandare i saluti da parte di Arthur e Molly.» Disse Percy riferendosi ai proprio genitori. Alla giovane si illuminarono gli occhi. «Quanto mi mancano! Raccontami Percy come stanno? Andranno a trovare Bill in Egitto, o Charlie in Romania?» «Charlie. Sono entusiasti, e non vedono l’ora scoprire con quali razze di Drago a che fare mio fratello. » A quanto pareva, tra Ron e Percy, Harry non aveva ancora avuto modo di parlarle seriamente. Ci mancavano solo i gemelli e il quadretto sarebbe stato completo. «Scusi.» Si decise infine. «Lei ha detto che conosceva mio padre, » abbassò lo sguardo per poi rialzarlo in maniera risoluta. «mi chiedevo se potesse parlarmi dei miei genitori, quando il tempo lo avrebbe permesso. » La donna per un attimo deglutì. Sembrava risentita e Harry sperò di non esser la causa del suo turbamento. «Assolutamente.» Rispose tornando cordiale e disponibile come sempre. «Ora dobbiamo tutti prepararci per il Cenone.» Non da meno Harry notò solo in quel momento, che ormai erano rimasti soli nella Sala Grande. «Stasera vieni pure al tavolo degli Insegnanti, Harry. O se preferisci finito il banchetto, o per il dolce verrò io. Risponderò a ogni tua domanda.» Al ragazzino gli si riempirono gli occhi di lustrini. Se mai avesse avuto la possibilità di dirle quanto l’avrebbe voluta come mamma, l’avrebbe fatto! Perché doveva avere come unici parenti i Dursley? Aline era infinitamente meglio! La donna si alzò e con la sua bacchetta fece apparire dal nulla un biscotto, che diede alla civetta ancora spaparanzata sul tavolo. L’animale se lo gustò prima di prendere la lettera dalle mani di Aline e partire verso la prima finestra aperta. «Mi raccomando, voglio Fred e George presenti stasera. Niente guai! » Esclamò cercando di restar seria. Un ultimo cenno del capo e uscì dalla Sala, con i lunghi capelli scuri che le dondolavano lungo la schiena.

    Non credeva possibile che ci si potesse ubriacare di cibo. Vino, liquori, quelli si che non perdonavano, ma Harry mai avrebbe creduto di sentirsi in estasi dopo un’abbuffata del genere. Certo a Hogwarts non si pativa la fame, se poi si trattava del Cenone di Natale, grazie tante. Nonostante si sentisse pieno come un uovo, non poteva abbandonare nulla nel suo piatto, poiché i profumi deliziosi e i colori dorati di ogni pietanza, lo invitavano per un ulteriore assaggio. Ron poi, che lo batteva in questo genere di sfide, si era preso giù un bis per ogni portata. I gemelli di fianco a lui, erano chiassosi oltre ogni dire, e Harry non poteva che ridere con loro. Si divertivano a fare osservazioni su tutti i professori, che a quanto sembrava erano esaltati quanto i loro studenti. Silente e Vitiuos brindarono più volte a chissà cosa, mentre la Sprite offriva un cioccolatino di più alla McGrannit. Aline ovviamente, fu presa più volte in considerazione. «Hai visto, » iniziò Fred «quel vestito rosso che si è messa? Le sta benissimo! » «Già potrebbe dare lezioni di stile a Piton. » Concluse George. Di fatto la Valiant in quel momento, stava proprio discutendo con il professore di Pozioni. Seppur rari, qualche sorriso sul volto di Piton non tardò ad arrivare. «E’ incredibile! Esiste veramente qualcuno che riesce a farlo ridere! » «So-rridere Fred. E’ ben diverso da ridere». Nel trambusto della festa, notarono poi Aline che consegnava regali a ogni insegnate. Ovviamente dalla loro portata visiva non riuscirono a sbirciare granché, ma alla ben e meglio i gemelli si occuparono di informare il proprio tavolo sulla vicenda. «Woow! Guardate! Hagrid ha ricevuto un paraorecchie! » Harry sorrise. «Aline non poteva scegliere niente di meglio per lui. » Ecco subito dopo George , pronto a riferire qualcos’altro «Sembra che la Professoressa Valiant abbia regalato un fermaglio per capelli alla McGrannit … Ehi! Un momento, e quel portafoto che tiene in mano Piton? » Il ragazzo sembrava a dir poco sconcertato. «Incredibile, pure i regali di Natale si becca quell’odioso. » «Chissà che foto contiene …» pensò Ron tra sé. In seguito Harry stesso, si sporse per notare cosa stesse succedendo al tavolo dei professori, appena in tempo per vedere il regalo che Aline aveva fatto a Silente. «Un paio di calzini? » George storse il naso. Esatto! La Valiant aveva regalato un paio di calzini al preside. Harry si aprì in sorriso raggiante. «State tranquilli, Silente non avrebbe desiderato altro.» E lui lo sapeva bene. Lo specchio delle brame glielo aveva fatto capire quando il professore aveva svelato ciò, che lui ci vedeva riflesso. Non da meno Silente fu talmente sorpreso e felice d’aver ricevuto quel regalo, che accarezzò amorevolmente il volto di Aline, come fosse una di famiglia. Tutti gli insegnanti erano presi dai nuovi pacchetti che si erano materializzati sotto gli alberi di Natale, e Aline prese a camminare verso la direzione dei ragazzi. «Come promesso Harry, eccomi qui! E con un po’ di regali. » I bambini gridarono di gioia. «Però, » aggiunse mentre li porgeva «voi li dovrete aprire domani mattina. » Ron alzò un sopracciglio. Non che la trovasse un’ottima idea, ma se glielo chiedeva Aline … Anche Harry prese tra le mani il suo piccolo pacchetto verde circondato da un fiocco rosso fuoco. Tentò di tastarlo con l’intenzione di capire che fosse, ma ci rinunciò subito. Aveva delle parole da ascoltare. La donna si sedette vicino a loro, e iniziò a mangiare la torta di caramello che le si era presentata sotto il naso. Aspettò che il ragazzo fosse pronto a farle qualche domanda. «Signorina, lei ha mai avuto dei parenti Babbani? » Chissà che anche Aline non avesse dovuto sopportare degli zii come i Dursley. «No, affatto. Io sono di una famiglia Purosangue. Anche se sono convinta di aver avuto degli antenati Babbani italiani. » Harry era parecchio confuso, così Aline continuò «Cioè, almeno credo, o non si spiegherebbero tutti i manufatti veneziani che teniamo in soffitta …» A quanto pareva la giovane era stata più fortunata di Harry su questo punto. Il bambino fu pronto per chiederle dei suoi genitori, e la giovane sembrò essersi preparata il discorso solo per lui «Vedi, quando mi sedetti per la prima volta al tavolo di Corvonero, ero parecchio risentita e rattristata. Sul mio primo treno per Hogwarts avevo fatto amicizia con Lily, tua madre e anche con il professor Piton, ma il Cappello Parlante ci aveva divisi in ben tre casate diverse. Solo in seguito notai che il danno non era poi così grave. Io e Lily ci scrivevamo, anche se entrambe abitavamo nel Castello. Assurdo lo so, ma non sai le risate! A volte i gufi che portavano le nostre lettere, si presentavano durante l’ora della McGrannit, povera donna. Credo che un terzo dei capelli bianchi che si ritrova, siano dovuti alle sorprese che combinavamo noi due, e ai guai che facevano i Malandrini. » «Malandrini? » La interruppe Harry. «Sì, il gruppo di amici di tuo padre. Ah e James me lo ha fatto conoscere ovviamente tua madre. Ragazzino sveglio, furbo ma anche rompiscatole! » Sbottò con un sorriso «Insomma, il più delle volte voleva farmi trasgredire le regole, quando sapeva benissimo che rischiavo già abbastanza per tutte le volte che andavo a dormire da Lily …» «Impossibile! » Esclamarono i gemelli «Lei usciva di notte per restare nel dormitorio di un’altra casata?! » Aline si mise una mano sulla bocca. «… Facciamo che nessuno di voi, sa nulla. E che se ci provate, avrete ricavato l’idea dai SOLI vostri cervelli brillanti. » L’immagine di una Valiant più ribelle del solito, si dimostrò essere estramente esilarante. «E lei, professoressa ha trovato un ragazzo a scuola come è successo alla madre di Harry?» La donna rispose risoluta. «Ma certo! Il migliore amico di James. » Non fu molto esaustiva come risposta, ciò nonostante Aline non sembrava voler aggiungere altro. Eppure Harry avrebbe voluto sapere, se quella donna avesse potuto contare sulla forza di un uomo come sicuramente sua madre aveva fatto con suo padre. Gli premeva sperare che non fosse rimasta sola. «E Malfoy? Chiese Ron tutto d’un fiato, prima che Harry potesse chiedere altro sul ‘migliore amico di suo padre’. «Ma ci siamo fissati eh? Lucius era più grande di tutti noi, Ron. Non aveva di certo per la testa le ragazze, soprattutto non quelle del primo anno! » Sorrise «Poi penso, che abbia scoperto l’incertezza del Cappello Parlante nei miei confronti. Da allora sembra che provi simpatia. » «Non penso sia solo per quello …» spifferò Ron all’orecchio di Harry. Una volta terminata la sua torta Aline, volle salutare il gruppetto d’amici, per tornare tra gli insegnanti. «Avremo altre occasioni. » Disse nei riguardi di Harry. Dopotutto, entrambi avrebbero trascorso altrettanti anni a Hogwarts.
     
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